Stanno affluendo in queste ore nell’oratorio salesiano di Kiev numerosi giovani per partecipare dalle 16.30 in poi alla preghiera per la pace, indetta dalle Conferenze episcopali latina e greco cattolica, in risposta all’invito di Papa Francesco. Intanto a interpretare lo stato d’animo della popolazione ucraina in queste settimane di tensione crescente è don Maksym Ryabukha, salesiano direttore dalla Casa Maria Ausiliatrice (pastorale universitaria, cappellani, centro giovanile) nella capitale Kiev. “Cosa puoi fare? Non puoi influire sulle decisioni dei grandi, siamo un giocattolo nelle mani degli altri. Non siamo noi – dice – la motivazione della guerra, la guerra non è contro l’Ucraina ma il Paese è la scacchiera per giochi geopolitici, è la piazza d’armi su cui esibirsi, è il territorio della battaglia”. “La sensazione di adesso nella capitale è che tutti siamo coscienti che le ambasciate hanno iniziato a ridurre il corpo diplomatico, stanno facendo le valigie: è un segnale evidente di non speranza. Come popolo abbiamo chiaro che non siamo noi a iniziare una guerra, non sta a noi la decisione di fare o di non fare. Ma nel caso succeda qualcosa, il popolo si prenderà cura della sua integrità territoriale”. “Chi è credente – aggiunge – ha un raggio di speranza, non si sente solo. Ma chi non crede, chi non è riuscito a fare un’esperienza di Dio la vive in maniera molto pesante. Il nostro oratorio sta diventando la casa di tutti. La tradizione cristiana orientale vede noi salesiani come monaci, non ha il concetto di congregazione quale siamo: per questo considera il nostro centro come una vera casa in cui trovare rifugio. Chi passa la soglia delle nostre porte sta sotto la protezione della Madonna come in un monastero. Vengono persone del quartiere anche se non sono cattoliche, molti giovani partecipano alle attività”. La veglia di oggi va ad aggiungersi a quella che si è svolta dal 30 dicembre al 2 gennaio in oratorio, vivendo qui tutte le giornate fra riflessioni, gioco, preghiera, riposo. Da marzo 2020 è iniziata una novena all’Ausiliatrice, dal 15 al 23 di ogni mese. È intenso pure lo scambio nei social: i giovani inviano delle “cartoline” con pensieri ed inviti, le famiglie seguono la preghiera da casa via Zoom: “Anche questo – conclude il salesiano – è un modo per sostenere lo spirito della gente. Il 2 e il 3 aprile presenteremo la ‘Strenna’ del rettor maggiore dei salesiani (la riflessione che guida l’anno di attività, n.d.r) ai giovani di tutta l’Ucraina sarà un momento condiviso anche con il calendario ortodosso per far giungere a tutti parole di speranza”.