“La preghiera non è mai un gesto astratto o intimistico, come vogliono fare questi movimenti spiritualistici più gnostici che cristiani: la preghiera è sempre indissolubilmente legata alla carità”. A puntualizzarlo è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, in cui ha sottolineato che “solo quando uniamo alla preghiera l’amore per il prossimo riusciamo a comprendere i messaggi del Signore”. “Giuseppe pregava, lavorava e amava”, ha proseguito a braccio: “Che cose belle per i genitori: pregare, lavorare e amare!”. “Giuseppe pregava e amava, e per questo ha ricevuto sempre il necessario per affrontare le prove della vita”, ha spiegato Francesco, che anche oggi ha concluso la catechesi con una preghiera: “San Giuseppe, tu sei l’uomo che sogna. Insegnaci a recuperare la vita spirituale come il luogo interiore in cui Dio si manifesta e ci salva. Togli da noi il pensiero che pregare sia inutile; aiuta ognuno di noi a corrispondere a ciò che il Signore ci indica. Che i nostri ragionamenti siano irradiati dalla luce dello Spirito, il nostro cuore incoraggiato dalla Sua forza e le nostre paure salvate dalla Sua misericordia. Amen”.