Nel 2021, cinque persone si sono rivolte al Centro di ascolto diocesano di Bolzano-Bressanone e alla referente Maria Sparber per segnalare violazioni e abusi in ambito sessuale, fisico o psicologico. Quattro casi hanno riguardato l’ambito ecclesiale e episodi risalenti a molti anni fa, uno si è verificato al di fuori della Chiesa. È quanto emerge dalla relazione sull’attività 2021, presentata ieri sera a Bolzano dal Servizio specialistico diocesano per la tutela dei minori da abusi sessuali e da altre forme di violenza. “Un lavoro di prevenzione efficace – ha detto il referente diocesano Gottfried Ugolini – inizia esplorando la cornice che ha portato o impedito l’abuso di potere e la violenza. È importante monitorare le persone colpite e il loro ambito familiare, le comunità parrocchiali, le scuole e i convitti, così come gli autori dell’abuso e il trattamento loro riservato”. Nel 2021 – si legge in un comunicato diffuso dalla diocesi – il comitato consultivo si è riunito sette volte. Nonostante la pandemia si è svolto anche il convegno annuale dal titolo “Coraggio, parliamone!”, dove è stata presentata la proposta di uno studio sull’elaborazione dei casi nella Chiesa altoatesina. Per mandare un segnale di speranza a quanti sono coinvolti in diocesi, il vescovo Ivo Muser ha offerto “il suo impegno vincolante” assieme al comitato consultivo e “ha ribadito che l’abuso di potere e la violenza sessualizzata sono un problema sociale: sia la Chiesa che la società sono chiamate ad affrontarlo in profondità. Anche la Conferenza episcopale italiana ha in programma di avviare una rilevazione sugli abusi nella Chiesa, alla quale parteciperà anche la diocesi di Bolzano-Bressanone. I dettagli sono attesi in maggio nell’Assemblea generale della Cei”.