“Invito tutti i figli della nostra Chiesa ad unirsi alla veglia spirituale di preghiera. Ovunque voi siate – a casa o sui mezzi di trasporto, in viaggio per andare a lavorare o sul posto di lavoro, a scuola o all’università – vi chiedo di pregare per la pace in Ucraina. Pregate di persona e unitevi alla preghiera della comunità ecclesiale nelle vostre parrocchie, cattedrali, monasteri in cui vi trovate”. È l’appello di Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, a unirsi alla Preghiera mondiale per la pace in Ucraina indetta per domani, mercoledì 26 gennaio, da Papa Francesco in considerazione delle nuove minacce nella regione. I fedeli della Chiesa greco-cattolica ucraina – si legge in un comunicato diffuso questa mattina – rispondono “con gratitudine all’appello del Santo Padre” e si uniscono alla Preghiera mondiale per la pace. Sulla piattaforma della “Zhyve.Tv”, dalle 9 alle 21 (ora di Kiev), si terrà una veglia di preghiera che durerà l’intero giorno. “Perché oggi abbiamo tanto bisogno di pregare per la pace in Ucraina?”, chiede l’arcivescovo maggiore, e spiega: “Quando sorgono nuovi pericoli e il nemico si trova sulla soglia di casa, i nostri militari verificano la loro efficienza di combattimento, gli statisti lavorano per snellire i meccanismi sociali, i diplomatici lavorano per garantire che il mondo sostenga il nostro popolo e il nostro stato. E cosa fanno i cristiani? I cristiani in questo momento pregano, digiunano e si pentono dei loro peccati”. Secondo il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, “la preghiera per la pace è più potente di ogni arma” ed è “la forza spirituale del popolo credente”. “Che il Signore Dio ascolti le nostre preghiere!”, conclude l’appello. “Che Egli accetti la nostra preghiera! Possa la preghiera, insieme al digiuno e alla penitenza, essere più forte di qualsiasi arma moderna! Che Dio preservi la pace in Ucraina e nel mondo intero! Possa in questo giorno la nostra preghiera personale e comune essere sentita in tutto il mondo per la pace in Ucraina!”.