“L’Afghanistan è il Paese più pericoloso al mondo per i cristiani”: è quanto emerge dalla World Watch List 2022 (Wwl), la nuova lista dei primi 50 Paesi dove più si perseguitano i cristiani al mondo, presentata oggi a Roma (in sala stampa della Camera dei deputati) da Porte Aperte/Open Doors, organizzazione internazionale da oltre 60 anni impegnata a sostenere i cristiani perseguitati nel mondo. “La presa di potere dei talebani e la crisi derivata – spiega il rapporto – fanno da propulsore alla violazione delle libertà fondamentali in questo Paese” che nella Lista dello scorso anno era al 2° posto dietro la Corea del Nord (ora seconda). “La libertà religiosa – precisa tuttavia Porte Aperte/Open Doors – non esisteva da prima che i talebani riprendessero il potere”. Il report dipinge “un quadro scioccante della vita della piccola e nascosta comunità cristiana in Afghanistan, lasciando intendere che gli uomini cristiani vanno quasi certamente incontro alla morte, se la loro fede viene scoperta; le donne e ragazze possono evitare la morte, ma per essere date in moglie come ‘bottino di guerra’ a giovani combattenti talebani. Altre vengono violentate e poi sottoposte alla tratta”. Il nuovo governo talebano, al potere dallo scorso agosto, “ha ottenuto l’accesso a documenti che hanno contribuito all’identificazione di cristiani afghani, spesso arrestati al fine di scovare reti di cristiani e poi uccisi. Combattenti talebani li cercano attivamente, anche casa per casa. Gran parte della popolazione cristiana, è scappata nelle regioni rurali o nei campi profughi delle nazioni vicine, tutte presenti nella Wwl perché ostili ai cristiani”. Per Cristian Nani, direttore di Porte Aperte/Open Doors, “Il primo posto dell’Afghanistan nella World Watch List è motivo di profonda preoccupazione. Oltre all’incalcolabile sofferenza per la piccola e nascosta comunità cristiana in Afghanistan, manda un messaggio molto chiaro agli estremisti islamici di tutto il mondo: ‘Continuate la vostra brutale lotta, la vittoria è possibile’. Gruppi come lo Stato Islamico e l’Alleanza delle Forze democratiche ora ritengono che il loro obiettivo di costituire un califfato islamico sia di nuovo raggiungibile. Non possiamo sottovalutare – conclude – il costo in termini di vite umane e miseria, che questo ritrovato senso di invincibilità sta causando”.