Francia: vescovi, un documento per le elezioni presidenziali 2022. “La speranza non delude”

I vescovi cattolici francesi prendono ufficialmente la parola in vista delle elezioni presidenziali che si terranno ad aprile per il rinnovo della carica del presidente della Repubblica francese. Lo hanno fatto presentando ieri alla stampa un testo di 60 pagine dal titolo “La speranza non delude”. In realtà non è la prima volta che l’episcopato cattolico del Paese prende parola in vista delle elezioni. È dal 2006 che ogni cinque anni, al rinnovo della carica presidenziale, i vescovi presentano un documento. Il contesto però è diverso: l’epoca attuale – ammettono i vescovi nell’introduzione – è stata segnata dalle rivelazioni sulla portata degli abusi sessuali commessi in ambito ecclesiale, che hanno messo in discussione la credibilità della parola episcopale. Riconoscendo di aver “fallito”, la Chiesa vuole quindi esprimersi con “umiltà”. “Non diamo né daremo indicazioni di voto”, spiegano i vescovi, che tuttavia esortano i cattolici ad andare alle urne: “Astenersi dal voto è una violazione di responsabilità” nei confronti di una società che rischia di “fratturarsi”, perché “divisa e abitata da violenze latenti”. Il testo si compone di sette capitoli che definiscono altrettanti punti di attenzione. Tra questi, i temi del “vivere insieme in pace”, il “rispetto incondizionato di tutta la vita umana”, la promozione della “libertà, l’uguaglianza e la fraternità”, il ruolo delle religioni nella società, l’ecologia. Ciascun capitolo termina con spunti di discussione, formulati sotto forma di domande. Sulla questione migratoria si ricordano gli “appelli profetici” del Papa, ma viene ribadita anche la “legittimità della regolamentazione giuridica dei flussi”. Posizioni molto forti vengono invece prese sugli aspetti bioetici. Sul fine vita, la Chiesa segnala la contraddizione tra “una certa esagerazione della salute” e la “tentazione dell’eutanasia”. Mentre è in seconda lettura al Senato il disegno di legge volto in particolare a prolungare il periodo per effettuare un aborto da 12 a 14 settimane, i vescovi ritengono che questo progetto “costituisca ulteriore violenza contro la società nel suo insieme, in particolare nei confronti dei più fragili o portatori di handicap”. Pur senza fare alcune riferimento politico, tutto il documento è attraversato da una preoccupazione. “Stiamo attraversando tempi duri e pericolosi”. Anche la costruzione dell’Europa, alla quale l’episcopato francese è tradizionalmente favorevole, è messa in discussione. I vescovi ammettono che il progetto europeo deve “essere costantemente rivisto per non cadere nell’impotenza, nella deriva libertaria, nell’eccesso tecnocratico, nella rinuncia a promuovere veri valori morali”. Ma invitano con forza a non “lasciarci rinchiudere nell’amarezza e nello sconforto”. E, senza nominare alcun campo politico, avvertono: “La paura è sempre una cattiva consigliera”, mentre la speranza “apre la strada a scelte coraggiose e sane”.
Il settimanale cattolico “La Vie” ricorda quanto sia variegato l’elettorato cattolico nel Paese: secondo un  sondaggio iFop per La Croix e Pèlerin, nel 2017, al primo turno, ad esempio, il ​​14% dei cattolici avevano votato per Jean-Luc Mélenchon, il 4% per Benoît Hamon, il 22% per Emmanuel Macron, il 28% per François Fillon – una cifra che è salita al 46% tra i praticanti –, il 6% per Nicolas Dupont-Aignan, il e 22% per Marine Le Pen – 15% tra i praticanti -. Anche i vescovi, a loro volta, sanno di rivolgersi a comunità molto frammentate – per non dire divise – in termini di sensibilità politiche.

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