“Caro zio, con papà siete stati grandi amici e oggi vogliamo ricordare la profonda amicizia che vi ha unito. Desideriamo salutarti con un’immagine che portiamo nel cuore. Noi tutti riuniti e tu e papà seduti davanti a un camino, a parlare sempre delle stesse cose. Noi che vi incalziamo con domande e voi sempre pronti a rispondere e sempre con la stessa pacatezza…”. Al termine delle esequie per David Sassoli, amici, colleghi, parenti hanno portato i loro ricordi e testimonianze. Per primi i figli dell’amico Massimo de Strobel. Toccanti le parole del figlio Giulio: “Ciao papà. Tante parole ho cercato in questi giorni per raccontarti. Non ci sono riuscito. Perché tu sei stato sempre autentico. Quando incontravi qualcuno oltre a ‘buongiorno’ esclamavi ‘evviva’ perché per te un incontro era già un successo. Ci lasci tante cose, una bellissima famiglia allargata, con parenti e amici e collaboratori divenuti figli e fratelli ma anche tanti avversari divenuti amici”.
Giulio ha quindi sottolineato tre parole. “Anzitutto dignità, di chi non hai mai fatto pesare la malattia, su nessuno. Volevi continuare a lavorare e ai medici dicevi: ‘sì, vabbè, ma io c’ho da fa’. Volevi continuare ad alimentare le tue passioni”. Il secondo termine è passione. “Passione per il lavoro, per la politica, per le piccole e le grandi cose, per le persone, per le storie delle persone tutte da ascoltare”. Il figlio ne ha ricordato “il sorriso un po’ guascone, ma che arrossiva ai complimenti”. Non ultima, la parola amore: “Amore, amore, parole ripetute fino alla fine. E fino alla fine ci hai parlato di speranza. Proseguiremo su questa strada, mettendo in pratica quello che ci hai insegnato, nel tuo ricordo e col tuo sorriso. Buona strada papà”.
La figlia Giulia ha letto ampi stralci del saluto di Natale del presidente Sassoli. Per poi, commossa, affermare: “Grazie papà, buona strada”.
Infine le parole della moglie Alessandra: “ci siamo cercati e trovati tra i banchi di scuola e da allora abbiamo camminato insieme, fino ad oggi. Ti ho e ti abbiamo sempre condiviso con altri, tra famiglia e lavoro, tra famiglia e politica, tra famiglia e passioni. Altri luoghi in cui hai costruito con tenacia il tuo modo di essere e di vivere. Ma questa mancanza, questo tuo vivere con gli altri, oggi torna a noi in tutta la sua forza. Nelle fila di persone che vogliono salutarti, nei tanti biglietti lasciati sul portone di casa da parte di tanta gente”. La vedova ha aggiunto: “Ho avuto una vita bella, ma finirla a 65 anni è presto – mi dicevi solo due settimane fa. Tu avevi capito tutto e noi giocavamo a nasconderci dietro mille parole. Troppo presto, sì, per le tante cose che avevamo ancora da dirci, le cose che pensavamo per il futuro dei nostri figli. Ma le faremo ancora. Distanti, ma più vicini di prima. Cammineremo ancora insieme, forti della tua presenza, anche se in un altro modo. Perché ciò che si condivide torna indietro più forte e più vero. Perché l’amore quando si vive si moltiplica, e tu ci hai dimostrato che niente è impossibile”.