Riguardo la crisi in atto tra Russia e Ucraina, “l’Italia condivide l’impostazione della Nato e dell’Unione europea. Nessun compromesso sui principi della sicurezza europea e sull’integrità territoriale e sovranità dell’Ucraina. Sostegno alle iniziative in atto per assicurare la riduzione delle tensioni e lo sviluppo di un dialogo costruttivo”. È quanto ha affermato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, intervenendo oggi in videoconferenza alla seconda giornata di lavori della riunione informale dei ministri della Difesa dell’Ue, organizzata a Brest (Francia) dalla Presidenza del Consiglio di turno dell’Ue francese. “La visita dell’Alto rappresentante Borrell in Donbass ha inviato un messaggio chiaro in questa direzione”, ha sostenuto Guerini. Nella serata di ieri, informa il ministero della Difesa, in collegamento con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, il sottosegretario generale delle Nazioni Unite. Jean-Pierre Lacroix. e la presidente della Commissione Sicurezza e Difesa del Parlamento europeo, Nathalie Loiseau, è stato trattato il tema dell’interferenza degli attori stranieri non statuali nelle aree in cui operano i militari dell’Ue. Sull’argomento, viene spiegato, Guerini “ha sottolineato la necessità di riflettere sull’importanza di prevedere la possibile influenza di attori terzi sin dalle fasi di pianificazione delle operazioni, individuando gli strumenti più idonei nei settori della comunicazione strategica e dell’impiego mirato dell’European Peace and Facility”. Secondo il ministro, “la presenza di attori non statuali sta assumendo un connotato sempre più preoccupante nell’area del Sahel, dove la comunità internazionale sta incrementando il proprio impegno militare per addestrare le forze locali”. Per questo, “bisogna tener conto di tali circostanze già in fase di pianificazione e, nel contempo, migliorare la comunicazione strategica per rafforzare messaggi mirati sulle nostre azioni di supporto ai Paesi dell’area. Iniziative come quelle previste dalla European Peace Facility potrebbero favorire l’azione delle missioni dell’Unione europea attraverso un maggior supporto ai Paesi in crisi”.