“Per gli alunni con disabilità le modalità di partecipazione all’attività didattica a distanza sono state diverse: la quota più consistente, il 41%, ha preso parte alla Dad al pari degli altri, ovvero con lezioni a distanza in collegamento con tutti i docenti (curricolari e per il sostegno) e insieme all’intero gruppo classe; per il 38% di alunni la scuola ha invece organizzato percorsi personalizzati con il coinvolgimento dei coetanei, al fine di evitare l’isolamento dal gruppo dei pari. Per questi studenti, nei periodi in cui la classe ha seguito le lezioni a distanza, la didattica si è svolta sempre in presenza con l’insegnante per il sostegno e con un gruppo ristretto di compagni anch’essi in presenza (25%) o collegati da remoto (13%)”. È il bilancio tracciato, nell’anno scolastico 2020-2021, nel report “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità”, diffuso oggi dall’Istat.
Per la quota residua “non si è riusciti a garantire l’interazione con i coetanei: alla percentuale di alunni completamente esclusi dalle attività didattiche svolte a distanza (2%) si aggiunge infatti un 19% di studenti con disabilità che ha fatto lezione con il solo insegnante per il sostegno, senza il coinvolgimento dei compagni e degli altri docenti”.
L’Istat evidenzia: “L’attivazione della didattica a distanza ha richiesto un grosso sforzo da parte della scuola che ha dovuto far fronte alla carenza di dispositivi informatici nelle abitazioni degli studenti. Nell’anno scolastico 2020-2021 a fare richiesta di questi strumenti sono circa il 17% degli alunni con disabilità, contro il 7% del resto degli iscritti. La domanda maggiore proviene dalla scuola secondaria di secondo grado (20%) mentre diminuisce nella primaria (13%) dove l’attivazione della Dad è stata meno frequente. Notevoli anche le variazioni territoriali, la quota di richieste aumenta sensibilmente nelle regioni del Mezzogiorno, raggiungendo i livelli più alti in Basilicata e in Calabria dove si registrano percentuali molto sopra la media nazionale (rispettivamente 25 e 32%)”.
Nella quasi totalità dei casi “la scuola è riuscita a sopperire a tale carenza fornendo la strumentazione richiesta al 98% dei richiedenti, quota piuttosto stabile sul territorio”.