“Nell’anno scolastico 2020/2021 sono più di 300mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane (pari al 3,6% degli iscritti)”, secondo fonti del Ministero dell’Istruzione, “circa 4mila in più rispetto all’anno precedente (+2%). Questa dinamica è il risultato della maggiore attenzione nel diagnosticare e certificare la condizione di disabilità tra i giovani, dell’aumento della domanda di assistenza da parte delle famiglie e della crescente sensibilità del sistema di istruzione ordinaria verso il tema dell’inclusione scolastica”. Lo evidenzia oggi l’Istat, nel report “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità”, in riferimento all’anno scolastico 2020-2021.
“Il protrarsi della didattica a distanza (Dad), resa necessaria dall’emergenza pandemica, ha reso più complesso il processo d’inclusione scolastica, ostacolando l’interazione tra i coetanei e limitando la partecipazione alla didattica. Tuttavia, rispetto all’anno precedente, si registra un apprezzabile aumento dei livelli di partecipazione, anche grazie a una più adeguata organizzazione delle scuole”, sottolinea l’Istat.
Per l’anno scolastico 2020-21, la modalità di svolgimento della didattica a distanza è stata definita in modo più chiaro e dettagliato dal Piano scolastico per la didattica digitale integrata (Ddi) che ha previsto anche diverse modalità di partecipazione per gli alunni con disabilità, tra le quali la possibilità di proseguire in presenza durante i periodi di attivazione della Dad.
Nell’anno scolastico 2020-2021, ricorda l’Istat, “l’attività didattica ha previsto l’alternarsi di periodi di lezione in presenza con periodi a distanza, differenziati tra territori e ordini scolastici in base al quadro pandemico del momento”.
Le diverse disposizioni hanno generato “un panorama di prestazioni molto eterogeneo, con una maggiore attività in presenza nelle scuole del primo ciclo e un più ampio ricorso alla Dad nelle scuole del Sud Italia dove le restrizioni sono state maggiori”.
La riduzione dei periodi di sospensione, insieme ad una migliore organizzazione da parte delle scuole, “hanno determinato un aumento considerevole dei livelli di partecipazione degli alunni con disabilità alla didattica a distanza, con una quota di esclusi che si attesta al 2,3% rispetto al 23% registrato nell’anno precedente. Quota che sale al 3,3% nelle scuole del Mezzogiorno, con punte del 4% in Calabria e in Campania”.
I motivi principali che hanno limitato la partecipazione degli alunni con disabilità alla didattica a distanza non variano rispetto allo scorso anno, tra i più frequenti sono da segnalare “la gravità della patologia (26%), il disagio socio-economico, la difficoltà organizzativa della famiglia (entrambi al 14%) e la mancanza di strumenti tecnologici adeguati (11%). Per una quota meno consistente di ragazzi il motivo dell’esclusione è dovuto alla difficoltà nell’adattare il Piano educativo per l’inclusione (Pei) alla didattica a distanza (6%) e alla mancanza di ausili didattici specifici (2%)”.