Attraverso un esercizio di stile e metodo “sinodale”, alla ricerca di tracce e segni concreti di speranza per la vita della Chiesa e dei territori del Nordest, si è appena svolta la “due giorni” di dialogo e approfondimento dei vescovi della Conferenza Episcopale Triveneto (Cet), che si sono ritrovati il 10 e 11 gennaio presso Casa Maria Assunta a Cavallino (Venezia). Una prima tappa dell’incontro – si legge in una nota – ha visto l’intervento di alcuni giovani, dai 18 ai 29 anni, provenienti da varie realtà del Triveneto – Anna Della Lucia, Enrico De Gasperin, Laura Martini, Pietro Pesavento e Francesco Polo – che hanno raccontato i loro elementi e loro motivazioni di speranza oltreché il punto di vista sulla vita sociale ed ecclesiale a partire dai vari e diversi ambiti da loro frequentati. In un secondo momento – guidati dai sociologi Chiara Giaccardi e Mauro Magatti – i vescovi hanno quindi provato a sondare fermenti e dinamiche di speranza ed alcune piste o “vie” per il futuro a partire da una riflessione socio-culturale che ha tenuto conto dell’attuale situazione in tempo di pandemia nonché del cammino della Chiesa impegnata nel percorso sinodale. Un terzo ed ulteriore passo ha portato poi i presuli – accompagnati dal sacerdote e docente bellunese Rinaldo Ottone – ad affrontare l’orizzonte teologico della speranza per ricomprendere tale virtù teologale nel contesto di vita attuale e confrontandosi, in modo particolare, sulle concrete possibilità e “luci” di speranza che ognuno di loro intravvede oggi nell’esercizio del ministero pastorale nel Nordest. “È tempo di speranza per la Chiesa!”,il titolo e filo conduttore dell’intero incontro