Colombia: la Giustizia transizionale dichiara crimine di lesa umanità il massacro del 2005 contro la Comunità di pace di San José di Apartadó

Il sistema di Giustizia transizionale (Jep) della Colombia ha dichiarato crimine di lesa umanità che non si può prescrivere il massacro del 2005 contro il leader campesino Luis Eduardo Guerra e altri 7 membri della Comunità di pace di San José di Apartadó, il cui esempio di difesa non violenta, appoggiato dall’Operazione Colomba della Comunità Papa Giovanni XXIII, prosegue ancora oggi nonostante il contesto di violenza e minacce cui tale realtà è sottoposta. Tra il 20 e il 21 febbraio 2005 Luis Eduardo Guerra, che nel 2003 aveva partecipato alla marcia Perugia-Assisi, venne barbaramente massacrato assieme al figlio di 11 anni, Deiner Andrés Guerra Tuberquia e, come detto, ad altri membri della Comunità di Pace, tra cui altri due bambini piccoli, Santiago Tuberquia Muñoz (18 mesi) e Natalia Tuberquia Muñoz (6 anni).
“Tra febbraio e maggio 2005 – ricorda al Sir da Bogotá Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani – accompagnai, come scorta non-violenta, Gloria Cuartas, già sindaca di Apartadó e accompagnante, insieme al gesuita Javier Giraldo, della Comunità non violenta. Fui oggetto di minacce e persecuzione denunciate nel rapporto annuale della Relatrice speciale delle Nazioni Unite per protezione dei difensori diritti umani a Ginevra nel giugno 2005, e fui accompagnato anche dalla scorta (armata) dei carabinieri dell’Ambasciata d’Italia a Bogotá, per il rischio imminente di un attentato, per aver scritto articoli di denuncia di questo massacro efferato, che avevano provocato la reazione del Parlamento italiano ed europeo. La decisione della Jep, certamente molto importante, mi riporta all’inferno che hanno vissuto i bimbi Natalia, Santiago, Deiner, massacrati da paramilitari e membri brigata 17 dell’Esercito, di cui un colonnello è già stato condannato. Quel massacro fu un chiaro segnale di intimidazione anche contro la solidarietà italiana verso la Comunità di pace. È stato documentato lo spionaggio del Das (Dipartimento amministrativo di sicurezza), e dei servizi segreti (Dai), a missionari della Consolata, Fondazione Lelio Basso, Osservatorio Selvas, e altre realtà”.

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