“Non può esserci pluralismo senza la presenza di cristiani, musulmani, mandei, yazidi e altri. Questa diversità contribuisce alla coesione della comunità e alla comunicazione amorevole. La credenza tra queste religioni è comune. Si basa sull’esistenza di un solo Dio nell’essenza, ma l’espressione è diversa e questo è normale. Dio ci ha creati diversi. Per questo abbiamo bisogno del dialogo per conoscerci da vicino e veramente”. È quanto ha dichiarato il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, durante un simposio virtuale promosso, lo scorso 29 dicembre, dal Ministero della Cultura iracheno e dedicato alla promozione della diversità culturale in Iraq e al suo impatto sulla costruzione della identità nazionale. Come più volte fatto in passato Mar Sako ha denunciato l’uso distorto delle religioni da parte di alcuni estremisti per fini politici ed economici. “È triste – ha ribadito il patriarca – che la violenza e le uccisioni continuino ancora oggi sotto il mantello di Dio e della religione. Occorre che i capi religiosi illuminati trovino una visione religiosa e un nuovo approccio per raggiungere la pace comunitaria, la giustizia e il bene di tutte le persone. La voce delle religioni non dovrebbe essere silenziata perché dona speranza alle persone. Il silenzio rafforza la frustrazione, l’estremismo e la violenza”. Nel suo discorso Mar Sako ha ricordato che l’Iraq è un mosaico di civiltà, lingue e religioni e questo è un grande patrimonio da preservare. Convivenza, moderazione e tolleranza non si raggiungono “a colpi di slogan” ma “attraverso un processo di educazione sostenibile delle persone e di costruzione delle istituzioni”. A dare la direzione ci sono anche importanti testi religiosi, la “Fratelli Tutti” di Papa Francesco, il “Documento sulla Fratellanza umana” di Abu Dhabi firmato dal Pontefice e l’imam di Al-Azhar, Ahmed Al-Tayeb, e apprezzati pubblicamente anche da Sayyid Ali al-Sistani, la suprema autorità sciita, durante la visita di Papa Francesco in Iraq nel marzo scorso. Per il patriarca caldeo è necessario anche “emanare nuove leggi, soprattutto per quanto riguarda lo status personale, la libertà di credo, le donne, i bambini e le minoranze, che siano compatibili con la realtà religiosa, culturale, sociale ed economica vissuta dalla società contemporanea. La maggioranza ha la responsabilità di abbracciare le minoranze, non di emarginarle”. Altri ambiti dove è importante agire sono i media, la scuola e la formazione, strumenti preziosi per “edificare un ambiente moderato, sano e integrato. È necessario cambiare i curricula educativi ed evitare tutto ciò che potrebbe nuocere all’altro”. Da Mar Sako è giunto anche un appello per “una educazione spirituale nelle moschee e nelle chiese che sappia valorizzare le diverse comunità, religiosamente, socialmente e culturalmente. Coloro che attaccano, uccidono e saccheggiano denaro pubblico non hanno religione e non hanno fede in Dio”. Concludendo il suo intervento il cardinale ha suggerito “la nascita di un ente governativo con l’incarico di diffondere la tolleranza e l’accettazione degli altri, di promuovere la pace della comunità”.