Natale: mons. Cipolla (Padova), “i credenti non possono sciupare o maltrattare ciò che Dio ama: la vita e la storia degli uomini e del pianeta”

“I credenti non possono sciupare o maltrattare ciò che Dio ama: la vita e la storia degli uomini e del pianeta!”. È il monito lanciato dal vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, in occasione del Natale.
Nell’omelia della messa della Notte di Natale, il vescovo ha osservato che, benché “il mondo, con la sua storia e la sua vitalità, continua il suo cammino e affronta nuovi orizzonti e nuove sfide”, “i suoi abitanti sono scelti da Dio come destinatari del suo amore e con la sua luce li vuole sostenere”. Con il Natale, ha proseguito, “è Dio che viene a condividere, a stare con noi. Con noi, così come siamo, con le nostre scelte e i nostri orientamenti. Noi cambiamo, siamo cambiati ma lui continua a sceglierci e a volerci bene. Siamo gli uomini e le donne che egli ama”. “Quest’anno ci presentiamo con un po’ di stanchezza e con molte ferite”, ha commentato il vescovo: “Il nostro orgoglio e la nostra Torre di Babele si sono indeboliti, scricchiolano. Con le nostre conquiste tecnico-scientifiche e con i nostri capitali finanziari abbiamo visto che la carne, la stessa che Gesù ha assunto, cioè la storia e la vita, presentano all’umanità un saldo difficile da affrontare. Alcuni hanno migliorato le loro posizioni economiche e sociali ma se riflettiamo come parte di un Noi più grande, grande come il mondo, ci sono troppi sanguinamenti, troppo dolore, troppa paura del futuro, troppa disperazione, al punto che ci sono uomini, donne e bambini che osano sfidare la sorte”. E poi ci sono i 5 milioni di morti per il Covid-19 nel mondo e gli oltre 1.300 morti nella traversata del Mediterraneo solo nel 2021, situazioni alle quali si aggiungono il cambiamento climatico e guerre e disordini sociali dalla Terra Santa all’Ucraina, dall’Africa alle Americhe, all’Oriente. Da mons. Cipolla l’auspicio che “si rinnovi, allora, in questo Natale la speranza di poter servire, la speranza di poter edificare comunità di credenti nelle quali crescere e diventare carne della stessa carne degli uomini e delle donne del 2022, esattamente come Gesù che assume questa carne; comunità di credenti che trovano forza e coraggio vedendo e meditando la scelta che il figlio di Dio ha compiuto nei nostri confronti: proprio come Gesù anche noi prendiamo casa tra la gente e nella nostra città di Padova e, come Gesù, amiamo i nostri fratelli e le nostre sorelle allargando il nostro cuore ad un noi sempre più grande nel quale non ci sono chiavi per chiudere, né muri per escludere”. “Rinnoviamo dunque la speranza che sia possibile cambiare il cuore di ciascuno di noi, per servire come Gesù – ha concluso – la vita del nostro tempo e del nostro mondo”.

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