“Probabilmente a questo Natale arriviamo anche noi sentendoci un po’ più deboli e un po’ più poveri, spogliati delle nostre certezze”. Lo ha detto l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia della messa che ha pronunciato nel giorno di Natale, in cattedrale. “Come i capi di Gerusalemme, in passato abbiamo dormito sulla sicurezza dei soldi, della scienza, della medicina – ha osservato il presule –. È bastato questo virus ‘subdolo e invisibile’ per farci assaggiare il gusto amaro dell’insicurezza e della paura a cui non eravamo abituati; per farci provare la sofferenza di non poter vivere con spontaneità i rapporti tra noi perché ognuno può essere minaccia per l’altro, anche il bambino con i genitori e i nonni”.
La sua consapevolezza è che “ci ritroviamo più fragili e poveri; privati non solo di soldi ma, specialmente, di serenità interiore e di speranza. E di serenità e speranza abbiamo bisogno per vivere”. “Lo toccano con mano i ragazzi, gli adolescenti e gli anziani che stanno pagando il prezzo più alto perché il loro animo non regge alla solitudine, alla paura, all’incertezza”. L’invito dell’arcivescovo è a “fermarci un momento, spegnendo televisioni e social, ed ad ascoltare il canto degli angeli della notte di Natale”: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che egli ama”. Perché “è un grande messaggio di speranza”. “È come un faro che ci indica la direzione da seguire in questa tempesta – ha aggiunto mons. Mazzocato –. ‘Gloria a Dio’ come i pastori torniamo ad alzare gli occhi verso il cielo da dove ci è venuto incontro Gesù. Forse, con presunzione li abbiamo abbassati troppo sulla terra dimenticandoci di pregare e di dare gloria a Dio”. La sfida, dunque, è quella di “alzare gli occhi verso il cielo e a pregare assieme”. “Scopriremo che i nostri cuori diventano più sereni e leggeri. E guardandoci l’uno con l’altro sentiremo di essere capaci di benevolenza e accoglienza; sentimenti che sono il lievito che fa crescere la pace che gli angeli annunciano”. Infine, mons. Mazzocato ha ribadito che “di pace abbiamo bisogno per purificare i cuori dagli atteggiamenti negativi che sembrano crescere in questo tempo”: “La contrapposizione reciproca e la chiusura verso chi la pensa diversamente, fino a giungere anche all’astio. Sono virus che si annidano nei cuori e che potrebbero avere conseguenze più pericolose di quelle del Covid”.