“Possiamo chiedere che nella prospettiva delle elezioni comunali il tema della rinascita demografica costituisca un punto chiave nei programmi? Possiamo chiedere che, visto il grado di impegno e la trasversalità che tali scelte programmatiche dovrebbero avere, questo tema venga sostenuto con deleghe forti e non simboliche, ad esempio assieme al bilancio o direttamente al sindaco?”. È questo l’appello – pubblicato da “Il Cittadino” – che le Acli di Genova rivolgono al mondo associativo, in primo luogo a quello ecclesiale, in vista delle elezioni amministrative che si terrà in città nel 2022.
Le Acli genovesi ricordano che in questi giorni, nel dibattito, il tema dello “squilibrio demografico” e della “decrescita demografica infelice” ha avuto molto spazio ma “permane la difficoltà di partiti ed istituzioni ad assumersi davvero la responsabilità di affrontare la situazione. I numeri sono impietosi ma devono essere accettati”, commentano le Acli, secondo cui “anche se la crisi demografica riguarda l’Italia intera, non possiamo nasconderci che l’area di Genova metropolitana continua ad avere il primato”.
“Il ricomprendere nei dati i cittadini domiciliati oltre ai residenti – sottolineano – non può compensare la dura realtà del progressivo calo delle nascite e lo squilibrio fra giovani ed anziani, né per i piccoli Comuni dell’Appennino e delle riviere né per la città. Il ricondurre alla sempre attuale tradizione internazionale di Genova la emigrazione di giovani qualificati non può nasconderci quanto sia grande lo squilibrio fra quanti vanno via e quanti vengono. Privando, così, la città delle risorse umane (ma spesso anche di quei capitali conservati da genitori e nonni) indispensabili per lo sviluppo”. “È del tutto evidente – osservano le Acli – che la dimensione del problema sotto i diversi profili, occupazionali, socio educativi, urbanistici, è tale per cui ‘le singole parti’ non ce la possono fare separatamente”. Per cui, si chiedono le Acli genovesi, “è venuto forse il momento che, almeno su questo tema, si possa attivare un ambito di convergenza e di ‘solidarietà nazionale’ cittadino?”.