“’Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore’ è il canto degli angeli nel giorno del Natale e nessuno di noi oggi può leggere la Parola fuori dal contesto che stiamo vivendo”. Queste le parole del vescovo di Lamezia Terme, mons. Giuseppe Schillaci, nella sua lectio alla Comunità di Sant’Egidio svoltasi nella parrocchia di Santa Maria Goretti, dove è attiva grazie all’impegno di volontari. “Proprio perché è un momento così difficile – ha aggiunto – ci rendiamo conto di quanto sia importante il prendersi cura, il preoccuparsi”. Un invito, quindi, a guardare agli ultimi, a chi soffre, a chi ha bisogno, a chi si sente solo. E, nell’attuale momento pieno di incertezze e di paure, queste parole, oggi risuonano come un messaggio di speranza, anche per “i più vulnerabili, non solo dal punto di vista fisico, ma anche psichico – ha detto –. Penso ai ragazzi, ai giovani che, con fragilità, stanno vivendo questo difficile periodo ed io in questi giorni ne sto incontrando tanti visitando le scuole”. “La pace sociale – ha detto più avanti citando l’enciclica dell’Evangelii Gaudium- non può essere intesa come irenismo o come una mera assenza di violenza ottenuta mediante l’imposizione di una parte sopra le altre. Sarebbe parimenti una falsa pace quella che servisse come scusa per giustificare un’organizzazione sociale che mette a tacere o tranquillizzi i più poveri, in modo che quelli che godono dei maggiori benefici possono mantenere il loro stile di vita senza scosse mentre gli altri sopravvivono come possono”. Per qui ha invitato a riflettere su quattro principi: “Il tempo è superiore allo spazio; l’unità prevale sul conflitto; la realtà è più importante dell’idea; il tutto è superiore alla parte”.