Natale: mons. Ruzza (Civitavecchia-Tarquinia), “non è scandaloso pensare un Dio che si fa carico della nostra vulnerabilità”

“Non è scandaloso pensare un Dio che si fa carico della nostra vulnerabilità per sostenerla e per curarla”. Lo scrive mons. Gianrico Ruzza, vescovo di Civitavecchia-Tarquinia e amministratore apostolico di Porto-Santa Rufina. nella sua lettera per Natale. “Prende in braccio le nostre debolezze, le comprende e le ‘risolve’” con misericordia”, prosegue il vescovo, che si chiede: “Permetteremo al nostro Dio di prenderci per mano e di condurci? Ricordiamo che Cristo è entrato in pieno nella storia dell’umanità: ha fatto propria la vicenda umana, con tutto ciò che di bello essa rappresenta, ma ha assunto anche la povertà della nostra condizione, eccetto il peccato: “Questo ci dice che Cristo ama questo mondo e lo sente suo, nonostante tutto il male in esso presente”. Con Gesù, ricorda mons. Ruzza, “entra nella nostra storia la speranza. Si tratta, certamente, della speranza che apre la prospettiva della vita eterna. Al tempo stesso, però, tale speranza riguarda la quotidianità che viviamo e fa sì che ogni gesto ed ogni pensiero del nostro vivere possa essere orientato allo sviluppo ed al progresso delle persone: senza lo sviluppo, senza la solidarietà, senza l’autentica fraternità, l’umanità è condannata alla bellicosità, alla lotta fratricida, alla fuga dalla realtà in cui è immersa”. “Non possiamo tenere nel segreto del cuore questa bellezza che ci viene annunciata e che possiamo sperimentare in prima persona”, conclude il vescovo: “Siamo invitati a portare a tutti la buona notizia: alziamo la voce con forza, annunciamo alla città del nostro tempo: ‘Ecco il nostro Dio! Viene con potenza’!”.

 

 

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