“Durante il mio recente viaggio in Grecia ho potuto toccare con mano ancora una volta l’umanità ferita dei profughi e migranti”. Lo ha detto il Papa, prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana che come di consueto concludono l’udienza generale del mercoledì. “Constato come solo alcuni Paesi europei stiano sopportando la maggior parte delle conseguenze del fenomeno migratorio nell’area del Mediterraneo – la denuncia di Francesco – mentre richiede una responsabilità condivisa da tutti, dalla quale nessun Paese può esimersi. È un problema di umanità”. “Grazie alla generosa apertura delle autorità italiane – ha ricordato il Papa – ho potuto portare con me un gruppo di persone conosciute durante il viaggio. Alcune di loro sono qui in mezzo a noi. Benvenuti!”. “Ce ne faremo carico come Chiesa nei prossimi mesi”, ha assicurato Francesco: “È un piccolo segno, sia di stimolo ad altri Paesi europei, affinché permettano alle autorità ecclesiali locali di farsi carico di altri nostri fratelli e sorelle che vanno urgentemente ricollocati, accompagnati, protetti e integrati”. “Sono numerose le organizzazioni cattoliche pronte ad accoglierli e ad accompagnarli in una feconda integrazione”, l’omaggio del Papa: “Serve solo aprire una porta, la porta del cuore. Non manchiamo, in questo Natale!”.