“Solo l’umiltà è la via che ci conduce a Dio e, allo stesso tempo, proprio perché ci conduce a lui, ci porta anche all’essenziale della vita, al suo significato più vero, al motivo più affidabile per cui la vita vale la pena di essere vissuta”. Lo ha spiegato il Papa, nella catechesi dell’udienza pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata al Natale. “Solo l’umiltà ci spalanca all’esperienza della verità, della gioia autentica, della conoscenza che conta”, ha assicurato Francesco: “Senza umiltà siamo tagliati fuori dalla comprensione di Dio, dalla comprensione di noi stessi”. Di qui l’invito, a braccio, ad essere “umili, per capirci anche noi, tanto più per capire Dio”. “I Magi potevano anche essere dei grandi secondo la logica del mondo, ma si fanno piccoli, umili, e proprio per questo riescono a trovare Gesù e a riconoscerlo”, l’esempio citato dal Papa: “Essi accettano l’umiltà di cercare, di mettersi in viaggio, di chiedere, di rischiare, di sbagliare… Ogni uomo, nel profondo del suo cuore, è chiamato a cercare Dio e, con la sua stessa grazia, può trovarlo”. “Tutti noi abbiamo quella inquietudine”, ha proseguito Francesco ancora a braccio: “Il lavoro nostro non è cedere, è lasciarla crescere”. Poi l’invito a fare nostra la preghiera di Sant’Anselmo: “Signore, insegnami a cercarti. Mostrati, quando ti cerco. Non posso cercarti, se tu non mi insegni; né trovarti, se tu non ti mostri. Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti! Che io ti trovi cercandoti e ti ami trovandoti!”.