È cominciata ieri (fino a domani) la tradizionale ‘visita natalizia’ del patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, alla parrocchia latina della Sacra Famiglia, l’unica cattolica della Striscia di Gaza, dove si contano in totale circa mille cristiani, dei quali un centinaio i cattolici, su due milioni di abitanti. La visita precede le celebrazioni natalizie nella Striscia dove da oltre 13 anni vige un blocco israeliano. A Gaza la situazione economica, sociale e sanitaria, maggiormente adesso in tempo di pandemia, è molto grave. Solo pochi mesi fa l’ennesimo conflitto militare tra Israele e gruppi armati della Striscia che ha provocato la morte di oltre 220 palestinesi e almeno 12 israeliani.
Casa per casa. Il patriarca è arrivato ieri accolto, subito dopo essere transitato dal valico israeliano di Erez, da una delegazione parrocchiale. Un corteo di auto si è poi diretto fino alla parrocchia situata nel quartiere orientale di Al Zeitoun, qui il patriarca, accompagnato tra gli altri dall’amministratore del Patriarcato latino, Sami el-Yousef e dal provinciale per il Medio Oriente, dell’Istituto del Verbo Incarnato (Ive), padre Carlos Ferrero, cui appartiene anche il parroco della Striscia, padre Gabriel Romanelli. Nel compound della parrocchia, il Patriarca Pizzaballa è stato salutato dagli scout e da numerose persone, non solo fedeli cristiani, ma anche volontari e musulmani che collaborano con la parrocchia e portano avanti iniziative per la popolazione. Primo atto ufficiale del patriarca, riferisce al Sir il parroco padre Gabriel Romanelli, è stato una visita e una preghiera in chiesa cui sono seguite le prime visite, casa per casa, alle famiglie cristiane gazawe.
“Sono state visite molto partecipate – dice il parroco – nelle quali le famiglie hanno potuto condividere con il patriarca le loro speranze e difficoltà ma soprattutto hanno potuto pregare insieme e ricevere la benedizione”.
Altro momento significativo del primo giorno di visita è stato quando il patriarca si è recato all’Istituto san Tommaso d’Aquino, un luogo di formazione e di istruzione, dove ha potuto parlare con i giovani, cristiani e musulmani, che frequentano i corsi e i loro insegnanti. Si tratta di un centro che forma i giovani in vista di un posto di lavoro e li aiuta a creare i presupposti per una occupazione stabile e duratura. “La disoccupazione giovanile a Gaza – sottolinea padre Romanelli – tocca punte del 50% fino al 70% in alcuni ambiti”. La richiesta avanzata al Patriarca è stata quella di “estendere anche ai giovani delle scuole superiori e secondarie le attività di rafforzamento in alcune materie per poter poi affrontare al meglio i percorsi di studio e giungere ad un lavoro sicuro”. La giornata di ieri si è conclusa con la messa nella cappella dell’Istituto san Tommaso durante la quale il patriarca Pizzaballa, commentando il passo del Vangelo riguardante la genealogia di Gesù Cristo, ha esortato “i fedeli ad incarnare la loro fede in Cristo nella realtà in cui ci si trova a vivere, nello specifico a Gaza, e non perdere il loro legame con Lui. Non dobbiamo perdere la speranza – ha detto Pizzaballa – perché, con la sua venuta al mondo, Cristo ci libera”. Tra gli appuntamenti di ieri del Patriarca anche quello con il Centro medico della Caritas Gerusalemme che offre i suoi servizi a migliaia di poveri gazawi.
Visita alle scuole. Questa mattina Pizzaballa ha iniziato la visita alle tre scuole cattoliche della Striscia, in particolare quella delle suore del Rosario che ha avuto molti danni durante l’ultima guerra dello scorso maggio. Nel pomeriggio è prevista la visita alla casa delle Suore di Madre Teresa dove sono accolte oltre 70 persone con gravi disabilità. Alle 18 di oggi la rappresentazione del presepe vivente, l’accensione dell’albero natalizio, una esecuzione di canti natalizi e l’inaugurazione del salone dedicato a Nostra Signora della Palestina. Domani conclusione della visita con la messa solenne durante la quale verranno amministrati un Battesimo ad una neonata e una Prima Comunione ad una bambina. La visita natalizia del Patriarca Pizzaballa fa seguito a quella, sempre a Gaza, di quattro giorni (dal 14 al 17 giugno scorso), poco dopo la fine degli scontri militari tra Israele e miliziani di Hamas. In quella occasione la delegazione patriarcale si trovò a poche centinaia di metri da diverse esplosioni di colpi partiti dalle fazioni in lotta. Le parole del patriarca Pizzaballa, all’epoca, furono: “Ai nostri cristiani dico, prima di tutto, che non siete soli! Siamo qui, per questo siamo venuti, per esprimere concretamente la nostra vicinanza. In secondo luogo, non perdete il coraggio. Ho notato la stanchezza; le ferite della guerra sono tutte aperte, soprattutto quelle psicologiche. Ho notato che la parola “trauma” è usata molto spesso, cosa che non avevo mai sentito prima. Un trauma molto forte. Quindi non perdete il coraggio, non perdete la speranza”.
“La visita natalizia del Patriarca – commenta al Sir padre Romanelli – ci conferma nella fede dei nostri progenitori.
La presenza del Patriarca è per noi segno di quella di Cristo buon Pastore.
Vedendo il patriarca facciamo esperienza della presenza di Cristo. Per questo Natale la nostra preghiera sia rivolta ad ottenere il dono della pace, della speranza, perché il Signore non ci abbandoni mai. Il Signore sia sempre presente nei sette tabernacoli che abbiamo qui a Gaza e ci rafforzi nella fede. Pregate per Gaza e per il suo popolo. Il Signore sia per noi luce nel cammino della vita”. L’appuntamento per tutti i parrocchiani è adesso fissato per la messa serale del 24 e per quelle del 25 dicembre. Durante i giorni delle feste natalizie sono previsti altri appuntamenti di preghiera e di svago rivolti specialmente ai più piccoli.