“L’avvicinarsi del Natale di Gesù Cristo può riaprire i nostri cuori alla gioia, perché riapre i nostri occhi a riconoscere che il Signore è vicino”. Lo scrive mons. Daniele Gianotti, vescovo di Crema, nella lettera inviata alla diocesi per l’Avvento e il Natale. “Riconoscere, nella fede, che il Signore è vicino, e che questa può essere la ragione di una gioia radicale, vuol dire anche individuare un antidoto a qualcuna, almeno, delle ragioni di tristezza che hanno accompagnato questi due ultimi anni, segnati dalla pandemia e dalla sue conseguenze”, la tesi del vescovo. “Abbiamo imparato, per necessità di cose, a rispettare l’esigenza del distanziamento”, spiega mons. Gianotti a proposito della pandemia in corso: “esso ha contribuito a tutelare la nostra salute ma anche, probabilmente, ad accrescere un clima di tristezza, di stanchezza e avvilimento, che ha segnato e ancora segna la nostra vita, e rischia di cancellare la gioia. Mantenere le distanze può essere indispensabile, in qualche circostanza; può essere anche un segno di rispetto, di attenzione; una cautela rispetto al rischio di prevaricazione, o di contagio. Ma non si può vivere lietamente a lungo, in un regime di perenne distanziamento”. Di qui ’invito a “non fare del distanziamento un pretesto per tenerti alla larga dal fratello”, e a riscoprire invece la prossimità: “Non stare dall’altra parte della strada, se vuoi essere discepolo di Colui che ha superato i cieli, per farsi vicino a noi, a te, e renderti partecipe della gioia di Dio”. “La gioia, promessa da Dio ai suoi servi fedeli, è la nostra vocazione”, conclude il vescovo: “Non voltiamo le spalle a questa chiamata, vivendo nella tristezza o nella paura. Accogliendo l’annuncio dell’angelo ai pastori – “Ecco, vi annuncio una grande gioia… oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore” – andiamo verso Betlemme, verso il presepio, per ricevere dal Bambino che nasce il coraggio e il gusto di vivere nella gioia”.