“Di preferenza non dovrebbero essere istituiti come catechisti coloro che svolgono un servizio rivolto esclusivamente verso gli appartenenti di un movimento ecclesiale”. È quanto si legge nella lettera che accompagna il Rito di istituzione dei catechisti, pubblicato dalla Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti. “In tale funzione, ugualmente preziosa – si spiega nel testo – viene, infatti, affidata dai responsabili dei singoli movimenti ecclesiali e non, come nel ministero di catechista, dal vescovo diocesano in seguito ad un suo discernimento in relazione alle necessità pastorali”. Neanche “coloro che insegnano la religione cattolica nelle scuole” dovrebbero fare i catechisti, “a meno che non svolgano insieme altri compiti ecclesiali a servizio della parrocchia o della diocesi”. Esclusi da questo ministero, inoltre, dovrebbero essere “coloro che hanno già iniziato il cammino verso l’Ordine sacro e in particolare sono stati ammessi tra i candidati al diaconato e al presbiterato”, in quanto il ministero del catechista è un ministero laicale, distinto dal ministero ordinato; discorso analogo per i religiosi e le religiose, “a meno che non svolgano il ruolo di referenti per una comunità parrocchiale o di coordinatori dell’attività catechistica”. “Non tutti coloro che preparano all’iniziazione fanciulli, ragazzi e adulti devono essere istituiti Catechisti”, la conclusione del documento: “Il discernimento del vescovo può chiamare alcuni di loro, a seconda delle capacità e delle esigenze pastorali, al ministero o di Lettore o di Catechista”.