“Arrivati agli ultimi giorni dell’anno è partita la consueta analisi e classificazione delle parole maggiormente utilizzate durante il 2021. Le espressioni che hanno scandito i dodici mesi non solo fotografano la vita sociale di un determinato contesto, evocando vicende e stili di vita, ma disegnano anche una sorta di abbecedario della memoria collettiva”. Lo scrive il direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della Cei, Vincenzo Corrado, nella newsletter diffusa oggi. “In questo senso – osserva -, sarebbe bello se il lemma che racchiude l’intero anno che sta per finire – e fosse di augurio a quello che inizierà – fosse proprio ‘parola’. Una sintesi perfetta per invocare un’attenzione maggiore nell’esprimersi, per evitare un uso sproporzionato di vocaboli che, più che creare ponti, generano profonde ferite. Ma soprattutto è memoria forte di un principio basilare: non servono tante parole, ma le giuste parole”.