“Una situazione storica va interpretata con l’ermeneutica dell’epoca, non con la nostra”. Lo ha spiegato il Papa, interpellato dai giornalisti sulla questione del rapporto Sauvè sugli abusi in Francia. “Nel caso degli abusi nella Chiesa l’atteggiamento era di coprire”, ha ricordato Francesco: “Atteggiamento che si usa purtroppo anche nella grande quantità delle famiglie, nei quartieri. Noi diciamo, no, non va questo coprire. Ma bisogna sempre interpretare con l’ermeneutica dell’epoca, non con la nostra”. Quanto al rapporto citato, il Papa ha rivelato: “non l’ho letto, ho ascoltato il commento dei vescovi francesi. Verranno i vescovi da me in questo mese e domanderò che mi spieghino la cosa”. Quanto all’accettazione della rinuncia dell’ex arcivescovo di Parigi, mons. Michel Aupetit, il Papa ha dichiarato: “Ma cosa ha fatto lui di così grave da dover dare le dimissioni? Qualcuno mi risponda, che cosa ha fatto? E se non conosciamo l’accusa non possiamo condannare… Prima di rispondere io dirò: fate le indagini, perché c’è pericolo di dire: è stato condannato. Chi lo ha condannato? L’opinione pubblica, il chiacchiericcio… non sappiamo… se voi sapete perché ditelo, al contrario non posso rispondere. Tutti siamo peccatori. Ma quando il chiacchiericcio cresce, cresce, cresce e ti toglie la fama di una persona, no, non potrà governare perché ha perso la fama non per il suo peccato, che è peccato – come quello di Pietro, come il mio come il tuo – ma per il chiacchiericcio delle persone. Per questo ho accettato le dimissioni, non sull’altare della verità ma sull’altare dell’ipocrisia”.