Un corso nazionale di aggiornamento per gli insegnanti di religione cattolica (Irc). Si è svolto, nei giorni scorsi, a Messina, al Centro di pedagogia religiosa “G. Cravotta” dell’Istituto teologico San Tommaso.
Le tre relazioni che hanno aperto il corso hanno centrato l’attenzione sulle sfide antropologico-culturali determinate dal cambiamento di paradigma antropologico-culturale odierno, soprattutto all’indomani della crisi pandemica. Paolo Fichera, docente di Storia e Filosofia, ha tracciato un quadro generale della situazione, cogliendo le difficoltà che studenti e docenti hanno subito in questo tempo. L’analisi degli aspetti della comunicazione in tempo di Covid è stato oggetto della presentazione di don Nino Meli che ha evidenziato gli aspetti patologici di una comunicazione mancata. Nico Antonazzo ha concluso la prima sessione, marcando l’attenzione sulla dimensione pedagogica e didattica. La seconda sessione ha avuto il susseguirsi di un panel di relazioni che a 360° hanno mostrato le sfide che interessano attualmente i principali settori formativi: dalla situazione dell’Irc a livello nazionale con l’intervento di don Daniele Saottini, responsabile nazionale Irc della Cei, al rapporto tra pastorale giovanile e Irc nel contesto internazionale ed europeo alla crisi dell’editoria religiosa con la relazione di don Giuseppe Costa, già direttore della Libreria editrice vaticana e, infine, con tutte le problematiche connesse alle neuroscienze in contesto di pandemia con don Gianni Russo. La seconda parte della giornata ha visto insieme esperti in scienze mediche, psicopedagogiche e pastoralisti per una visione interdisciplinare del fenomeno. Tutti hanno ribadito che bisogna lavorare sulla dimensione interiore degli allievi per aiutarli a costruire la propria personalità. E qui il contributo dell’Irc: aiutare a comprendere la cultura, educare ai perché della storia e contribuire al miglioramento della società.