Papa in Grecia: ai giovani, “non lasciarsi paralizzare dalle paure, sognare in grande”. No ai “sicari della speranza”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Una vera e propria odissea dei nostri giorni”. Così il Papa ha definito la testimonianza di Aboud, in fuga insieme ai suoi “dalla cara e martoriata Siria, dopo aver rischiato più volte di essere uccisi dalla guerra”. “Mi è venuto in mente che, nell’Odissea di Omero, il primo eroe che appare non è Ulisse, ma un giovane: Telemaco, suo figlio, che vive una grande avventura”, ha fatto notare Francesco: “Non aveva conosciuto il padre ed è angosciato, sfiduciato perché non sa dov’è e nemmeno se esiste. Si sente senza radici ed è davanti a un bivio: rimanere lì, in attesa, oppure fare una pazzia e lanciarsi alla ricerca. Ci sono varie voci, tra cui quella della divinità, che lo esorta ad avere coraggio e partire. E lui fa così: si alza, sistema di nascosto la nave e di fretta, al sorgere del sole, va all’avventura”. “Il senso della vita non è restare sulla spiaggia aspettando che il vento porti novità”, ha spiegato il Papa: “La salvezza sta in mare aperto, sta nello slancio, nella ricerca, nell’inseguire i sogni, quelli veri, quelli ad occhi aperti, che comportano fatica, lotta, venti contrari, burrasche improvvise. Ma non lasciarsi paralizzare dalle paure, sognare in grande! E sognare insieme!”. “Come per Telemaco, ci sarà chi cercherà di fermarvi”, ha assicurato Francesco: “Ci sarà sempre chi vi dirà: ‘Lascia perdere, non rischiare, è inutile’. Sono gli azzeratori di sogni, i sicari della speranza, gli inguaribili nostalgici del passato”. “Voi, invece, nutrite il coraggio della speranza, quello che hai avuto tu, Aboud”, l’invito: “Come si fa? Attraverso le vostre scelte. Scegliere è una sfida. È affrontare la paura dell’ignoto, è uscire dalla palude dell’omologazione, è decidere di prendere in mano la vita. Per fare scelte giuste, potete ricordare una cosa: le buone decisioni riguardano sempre gli altri, non solo sé stessi. Ecco le scelte per cui vale la pena rischiare, i sogni da realizzare: quelli che richiedono coraggio e coinvolgono gli altri”. Congedandosi dai giovani greci, il Papa ha augurato loro a braccio “il coraggio della speranza, il coraggio di rischiare, di andare verso gli altri. Mai isolati, sempre verso gli altri: e ciascuno di voi troverà sé stesso, troverà il senso della vita”.

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