“Sognate la fraternità”. È l’imperativo consegnato dal Papa ai giovani greci, incontrati ad Atene nella scuola delle Orsoline. Il Papa ha citato uno “striscione interessante” mostrato dai giovani slovacchi, lo scorso settembre. Aveva solo due parole: “Fratelli tutti”. “Mi è piaciuto”, il commento di Francesco: “spesso negli stadi, nelle manifestazioni, nelle strade si espongono striscioni per supportare la propria parte, le proprie idee, la propria squadra, i propri diritti. Ma lo striscione di quei giovani diceva una cosa nuova: che è bello sentirsi fratelli e sorelle di tutti, sentire che gli altri sono parte di noi, non gente da cui prendere le distanze”.” Sono contento di vedervi qui tutti insieme, uniti pur provenendo da Paesi e storie tanto diverse!”, ha esclamato il Papa: “In greco c’è un detto illuminante: o fílos ine állos eaftós, l’amico è un altro me. Sì, l’altro è la via per ritrovare sé stessi. Certo, costa fatica uscire dalle proprie comfort zone, è più facile stare seduti sul divano davanti alla tv. Ma è roba vecchia, non è da giovani. Da giovani è reagire: quando ci si sente soli, aprirsi; quando viene la tentazione di chiudersi, cercare gli altri, allenarsi in questa ‘ginnastica dell’anima’. Qui sono nati i più grandi eventi sportivi, le Olimpiadi, la maratona… Oltre all’agonismo che fa bene al corpo c’è quello che fa bene all’anima: allenarsi all’apertura, percorrere lunghe distanze da sé stessi per accorciare quelle con gli altri; lanciare il cuore oltre gli ostacoli; sollevare gli uni i pesi degli altri… Allenarvi in questo vi farà felici, vi manterrà giovani e vi farà sentire l’avventura di vivere!”.