“La Chiesa, quando è ferma, non corrisponde al Vangelo”. Lo ha detto don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della salute della Cei, aprendo questa mattina a Roma i lavori del quinto convegno nazionale “Chiesa e salute mentale”, promosso presso la Pontificia Università Lateranense dal Tavolo sulla salute mentale costituito presso il suo Ufficio e intitolato “Alla ricerca del tempo futuro”. Gesù, ha spiegato, “era sempre in cammino. Il Vangelo chiede dinamismo, azione, impegno”; ma “non è un muoversi in maniera scomposta”. Per il sacerdote “dobbiamo avere un obiettivo specifico. Nella storia della Chiesa e dei credenti i cammini hanno sempre rappresentato un’esperienza che è insieme spirituale e azione di crescita. Oggi – ha proseguito – la Chiesa è chiamata a compiere un cammino sinodale, ci ha detto Papa Francesco; quindi il tema del cammino è una richiesta specifica della Chiesa di questo tempo con una modalità specifica: sinodale. Non è più tempo di cammini individuali, ci vengono richiesti cammini sinergici, fatti insieme in cui l’esperienza viene condivisa. Anche l’esperienza del cammino sinodale è insieme spirituale e umana, di revisione e di crescita”. La pandemia “ci ha paralizzato fisicamente, mentalmente e socialmente”, ed “ha paralizzato anche la nostra speranza”. Oggi “c’è una fatica nella ripartenza e allora siamo chiamati a rimetterci in cammino, a muoverci, a guardare al futuro con profonda fiducia. Tempo ne avremo molto, cerchiamo di usarlo bene – l’esortazione conclusiva di don Angelelli –. Avremo tempo per costruire il bene, ma dobbiamo accogliere insieme le domande che questo tempo ci pone e cercare in modo sinodale le risposte. Mettiamoci insieme alla ricerca del tempo che viene per spenderlo bene”.