“Ho avuto la gioia di essere testimone della nascita di Sir Europa. Le Chiese in modo profetico avevano sempre visto un’Europa unita già alla caduta del muro di Berlino e avevano costituito degli organismi come il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, che la raccoglievano al di là del muro”. Lo aveva dichiarato mons. Aldo Giordano, spentosi oggi a Lovanio (Belgio), allora nunzio apostolico in Venezuela, e già segretario generale del Ccee (1995-2008), in una video-intervista realizzata nel 2018 per i 30 anni del Sir. “Anche quando è cominciato il processo dell’Unione europea le Chiese si sono organizzate per accompagnarlo – ricordava mons. Giordano –. E c’era bisogno di dare voce alle Chiese, alle comunità che erano espressione di un’Europa di incontro tra le culture, tra popoli e tra fedi. Un’Europa che aveva una tradizione cristiana capace di essere lievito per il mondo moderno. In un’epoca di globalizzazione si sentiva la responsabilità dell’Europa di non chiudersi come fortezza ma di essere un contributo per la pace del mondo”. Ricordando la “lungimiranza del card. Ruini e di Paolo Bustaffa”, il nunzio evidenziava l’importanza del progetto di Sir Europa con la collaborazione delle Conferenze episcopali europee. “Mi sembra che ci sia bisogno più che mai di continuare questo progetto, perché l’Europa deve tornare a contribuire al mondo, a trovare un’identità. Questo strumento è molto prezioso per dar voce a quest’Europa che esiste ma che deve trovare dei modi di espressione”