“Tutti siamo qui con i consacrati e le consacrate per ascoltare le vostre illuminante parole, Santo Padre, e ottenere la sua apostolica benedizione”. È il saluto del card. Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei Maroniti, al Papa, all’inizio dell’incontro con i sacerdoti, religiosi e religiose, diaconi, catechisti, associazioni e movimenti ecclesiali di Cipro, nella cattedrale maronita di Nostra Signora delle Grazie a Nicosia, sede dell’arcieparchia di Cipro. “Sentiamo in questo momento l’eco della presenza millenaria dei Maroniti nell’Isola”, ha proseguito il cardinale, tracciando la storia dell’isola: “L’inizio della migrazione dal Libano fu nell’ottavo secolo ben prima dell’arrivo dei Crociati (1192). Già nel 1121 il Patriarca nomino un superiore al convento di San Giovanni Chrisostomos dove vivevano religiosi Maroniti. Nel tredicesimo secolo, il numero dei Maroniti era 80.000 ripartiti in 60 villaggi i quali calarono poi nel 1508 sotto l’Impero Ottomano a 39 per diverse difficoltà. Il primo vescovo Maronita fu eletto nel 1310. Il superiore generale dell’Ordine Libanese Maronita vi mandò due religiosi nel 1735 per fondare un convento e una scuola. Oggigiorno, dopo gli avvenimenti del 1974, e la divisione dell’Isola il numero dei Maroniti attinge 7000 circa e quello delle parrocchie dieci. I Maroniti di Cipro nutriscono ottime relazioni con la comunità latina, quella armena e con la Chiesa Greco-Ortodossa specialmente con il suo Arcivescovo. Sono anche ottimi i rapporti con la Presidenza della Repubblica, i ministri e i deputati, nonché con il Corpo Diplomatico”.