Avvento: mons. Massaro (Avezzano), “sostare in silenzio per sperimentare il vuoto e scorgere la presenza di Dio”

“Il tempo di Avvento è tempo propizio per contemplare il Signore presente. Con la parola Avvento si vuole sostanzialmente dire che Dio non si è mai ritirato dal mondo, non ci ha mai lasciati soli. Anche se non lo possiamo vedere e toccare come avviene con le realtà sensibili, egli è qui e viene a visitarci in molteplici modi”. Lo ha scritto mons. Giovanni Massaro, vescovo di Avezzano, nel messaggio per l’Avvento indirizzato alla diocesi.
Il presule si sofferma sull’importanza, in questo tempo, di “sostare in silenzio per sperimentare il vuoto e scorgere la presenza di Dio”. “Senso di abbandono e desiderio di una presenza – spiega – possono aiutarci a vivere nel migliore dei modi questo tempo. L’Avvento fa infatti appello a due fondamentali sentimenti dell’animo umano: il desiderio ardente e l’attesa gioiosa. Sono due sentimenti attraverso i quali noi facciamo esperienza da un lato di un’assenza e dall’altro di una presenza invocata, cercata. Se non percepiamo queste due dimensioni non riusciremo a vivere con verità l’Avvento”. “L’Avvento – prosegue mons. Massaro – vuole educarci a percepire un’assenza nella nostra vita, a sentirla come un vuoto che niente e nessuno può colmare”. “Il cammino sinodale, intrapreso da qualche settimana, è per di più una buona opportunità per porci in ascolto dei desideri e delle attese degli uomini e delle donne del nostro tempo, per aiutarli a discernere e orientare tali desideri e attese che sono molteplici e spesso frammentati, costantemente in conflitto, nel desiderio e nell’attesa di un uomo, un volto, una presenza che è capace di riempire di luce e di verità l’intera esistenza”, sottolinea il vescovo dei Marsi, convinto che “da questa presenza desiderata, attesa, invocata per tutto l’Avvento e che si realizzerà a Natale, noi ancora una volta impariamo lo stile di un Dio che viene incontro a noi non laddove c’è grandezza ma piccolezza, non nel prestigio e nell’abbondanza ma nella povertà di mezzi e di risorse”.

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