Nella tarda serata di oggi, lunedì 29 novembre, il territorio di Santa Venerina accoglierà una famiglia siriana, fuggita dal proprio Paese per la guerra civile ancora in corso. Le Comunità parrocchiali di Santa Venerina, l’Azione Cattolica, la Caritas diocesana e l’Ufficio Pastorale Migrantes, l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, in collaborazione con il Comune di Santa Venerina, attraverso contatti diretti con il Libano, dove la famiglia era rifugiata, hanno attivato il progetto “Apertura di corridoi umanitari”.
Da alcuni volontari, che promuovono e coordinano gli interventi internazionali e facenti parte di “Operazione Colomba”, corpo nonviolento di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, è arrivata la proposta dei corridoi umanitari, che hanno preso il via in Italia a seguito di un protocollo d’intesa firmato dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, dalla Tavola Valdese dal Governo italiano e sostenuto dalla Cei.
A Santa Venerina anche il Consiglio comunale ha appoggiato il progetto: si intende dare ospitalità a una famiglia di origine siriana, che è stata costretta a lasciare il proprio Paese a causa della guerra. Non avendo ancora la possibilità di rientrare nella propria nazione, visto il perdurare della guerra, la famiglia composta da padre, madre e quattro figli, che adesso vive in una situazione di estrema precarietà nel campo profughi a nord del Libano, sarà accolta in Europa per costruire una nuova vita in sicurezza. Il nucleo familiare siriano, essendo in possesso di un visto di ingresso concesso dallo Stato italiano per motivi umanitari, raggiungerà il territorio italiano attraverso un viaggio aereo. In questo modo, una volta arrivato, sarà facilitato nel fare domanda di asilo.
Il progetto, che ha una durata di circa due anni, prevede dunque una migrazione tutelata e regolare a Santa Venerina e l’accompagnamento della famiglia alla piena autonomia. Questa famiglia sarà sostenuta nella conoscenza del territorio, nel percorso scolastico e nell’inserimento socio-lavorativo, con particolare attenzione ai bisogni di tutti i componenti, mettendo loro a disposizione anche una casa. La diocesi di Acireale, che ha preso a cuore questo percorso, finanzierà con una borsa-lavoro uno dei membri della famiglia, così che possa operare nella cooperativa “Rò la Formichina”.