Le parole sono importanti perché permettono di entrare nella vita degli altri e narrare vissuti ed emozioni. Le parole sono il filo conduttore del progetto “120 young days” realizzato con il contributo incondizionato di Fondazione Pfizer e rivolto ai giovani in cura presso il Policlinico universitario A. Gemelli Irccs di Roma. La forza, la libertà, l’amore sono solo alcune delle parole che i ragazzi hanno scelto come centrali nelle loro scelte di vita: una vita che viene inseguita con consapevolezza e tenacia, nonostante la presenza della patologia con cui convivono. Ricerca, accoglienza, attenzione sono invece tra quelle che hanno usato per descrivere la vita nelle mura ospedaliere, lì dove in prima persona vivono il tempo da dedicare alle loro cure.
“L’ospedale è un luogo importante nella vita dei nostri ragazzi. Rappresenta lo spazio in cui il tempo si ferma rispetto ai loro rituali quotidiani, ma allo stesso tempo scorre veloce per la presa in carico delle patologie con cui convivono – dichiara Daniela Chieffo, responsabile dell’Unità operativa di psicologia clinica del Gemelli e ricercatore di psicologia generale all’Università Cattolica, campus di Roma –. Allo stesso tempo, l’ospedale è anche il luogo da cui partono percorsi come ‘120 young days’ che mirano a far emergere le emozioni e le storie straordinarie dei nostri ragazzi attraverso la potenza dell’ascolto e della comunicazione”. Storie diverse, ma accomunate da passioni, sogni, azioni.
Le parole principali che fanno parte della vita dei ragazzi seguiti presso il Policlinico Gemelli dentro e fuori le mura ospedaliere, raccolte in oltre 120 giorni, sono presenti in un apposito spot disponibile sul sito www.policlinicogemelli.it e sui profili social del Policlinico. Sulla pagina Facebook è anche possibile leggere le straordinarie storie dei ragazzi.