A ottobre 2021 i prezzi alla produzione dell’industria aumentano del 7,1% su base mensile e del 20,4% su base annua. Lo rende noto oggi l’Istat diffondendo i dati su “Prezzi alla produzione dell’industria, delle costruzioni e dei servizi” ad ottobre 2021 e per il terzo trimestre dell’anno.
“A ottobre – spiega l’Istat –, la forte crescita dei prezzi alla produzione dell’industria è spinta dai rialzi dei prezzi dei prodotti energetici, particolarmente marcati sul mercato interno, dove si rilevano aumenti eccezionali per energia elettrica e gas. Anche la decisa accelerazione su base annua (+20,4%, da +13,3% di settembre) è in larga misura dovuta alla componente energetica; al netto di quest’ultima, i prezzi alla produzione dell’industria crescono dello 0,5% su base mensile e del 7,9% su base annua”.
Stando ai dati diffusi, sul mercato interno i prezzi aumentano del 9,4% rispetto a settembre e del 25,3% su base annua. Al netto del comparto energetico, la crescita dei prezzi si riduce a +0,5% in termini congiunturali e a +8,2% in termini tendenziali. Sul mercato estero i prezzi aumentano su base mensile dello 0,8% in entrambe le aree, euro e non euro, e registrano un incremento su base annua dell’8,3% (+8,9% area euro, +7,8% area non euro).
Nel trimestre agosto-ottobre 2021, rispetto ai tre mesi precedenti, i prezzi alla produzione dell’industria crescono del 6,5%, con una dinamica decisamente più sostenuta sul mercato interno (+7,9%) rispetto a quello estero (+2,5%).
A ottobre 2021 si rilevano aumenti tendenziali diffusi a quasi tutti i settori del comparto manifatturiero mentre i prezzi alla produzione delle costruzioni per “Edifici residenziali e non residenziali” crescono dello 0,1% su base mensile e del 4,5% su base annua. I prezzi di “Strade e ferrovie” aumentano dello 0,2% in termini congiunturali e del 4,5% in termini tendenziali.
Nel terzo trimestre 2021 i prezzi alla produzione dei servizi aumentano dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e dell’1,3% su base annua. Gli incrementi tendenziali più elevati interessano i servizi di trasporto marittimo (+35,6%) e aereo (+9,3%); le flessioni tendenziali maggiori riguardano i servizi di telecomunicazione (-4,6%) e i servizi postali e attività di corriere (-1,6%).