“Attraverso la pratica di una buona politica, quella del servizio disinteressato e del dialogo sociale permanente, emergeranno i frutti di pace e di giustizia di cui ognuno dei colombiani ha bisogno”. Lo scrive la Conferenza episcopale colombiana (Cec), nel messaggio al popolo colombiano, diffuso ieri, in vista dell’inizio del tempo liturgico di Avvento, in cui ricordano alcuni aspetti che hanno segnato la vita dei cittadini durante quest’anno e formulano raccomandazioni su ciò che attende il Paese, in termini di politica e democrazia. La nota è firmata dalla Presidenza della Cec, e cioè da cioè dal presidente, mons. Luis José Rueda Aparicio, arcivescovo di Bogotá e primate di Colombia, dal vicepresidente, mons. Omar Alberto Sánchez Cubillos, arcivescovo di Popayán, e dal segretario generale, mons. Luis Manuel Alí Herrera, vescovo Ausiliare di Bogotá.
Nel messaggio vengono elencate le situazioni di luce e ombra che i colombiani hanno dovuto affrontare come: pandemia, ricomparsa di forme di violenza armata, marce, protesta sociale, riattivazione economica, gesti concreti di solidarietà, ritorno al lavoro e nelle aule, tra gli altri.
Il dialogo auspicato dai vescovi dev’essere franco e persistente, “basato sulla consapevolezza che noi, come colombiani, siamo un solo popolo, nella e dalla nostra diversità, con ricchezza e un patrimonio naturale e culturale”. Riferendosi alle elezioni, sia parlamentari che presidenziali, che si terranno il prossimo anno, la presidenza della Cec incoraggia i colombiani ad affrontare le sfide di “un dibattito politico che ci permetta di costruire la democrazia riconoscendo che abbiamo una responsabilità sociale l’uno verso l’altro”.