“Occorre integrare due obiettivi tangibili: da una parte, l’accompagnamento (morale, psicologico, spirituale) di chi resta leso in maniera più o meno grave, e che vede la sua vita segnata da un incidente; dall’altra, confermare che l’accompagnamento spirituale nei confronti di chi vive un lutto traumatico ed improvviso per la perdita di un familiare è vera urgenza spirituale”. Lo scrive in una nota l’Ufficio per la pastorale della salute della Cei, in prossimità della Giornata delle vittime della strada, che ricorre il 21 novembre.
Ogni anno sulle strade italiane si compie una strage silenziosa ed invisibile: sono più di 7 mila le persone che perdono la vita a causa di incidenti stradali. Le statistiche mostrano come gli incidenti mortali siano 18 al giorno; 20 mila sono i disabili gravi, un milione gli accessi al pronto soccorso, 300 mila i feriti, 145 mila i ricoveri ospedalieri. “Numeri così elevati non possono lasciare indifferenti ma interpellano le coscienze affinché ci si adoperi per ridurre significativamente questi episodi letali o invalidanti”.
L’Ufficio Cei segnala anche che, “per ricordare le vittime, ma anche per sensibilizzare sui comportamenti rischiosi”, la Federazione europea Vittime della strada organizza ogni anno (per la 3° domenica di novembre) numerose iniziative. In Italia, l’Associazione italiana familiari e vittime della strada (Aifvs) promuove e valorizza queste iniziative sul nostro territorio nazionale.