“Per 3 genitori su 10, con la pandemia, è peggiorata l’organizzazione di tempi di vita e lavoro. Il 27% dichiara un peggioramento delle relazioni interne alla famiglia, che sono invece migliorate per meno di un quarto del campione. Particolarmente colpite si dimostrano le relazioni con le reti amicali, che risultano peggiorate per il 63% dei cittadini. Ma, nell’esperienza delle famiglie, ad essere particolarmente intaccato è stato l’equilibrio dei figli, con gli effetti del confinamento che non smettono di farsi sentire fra i minori”. È la situazione fotografata dall’indagine dell’Istituto Demopolis per l’impresa sociale “Con i Bambini”, “Gli italiani e la povertà educativa minorile – Ascoltiamo le comunità educanti”.
“Il 78% dei genitori segnala la dipendenza da Internet nei ragazzi; oltre la metà testimonia l’aumento dell’ansia fra i minori. Poco meno di 4 intervistati su 10 indicano una crescita dei casi di depressione. Oltre un quarto del campione di genitori intervistato segnala sovrappeso o disturbi alimentari. Ma anche l’aumento del cyberbullismo (22%), casi di fobia sociale (20%), insonnia (18%)”, sono ulteriori dati emersi.
Anche alla luce dei danni registrati sull’equilibrio dei minori, i genitori intervistati offrono interessanti indicazioni su che cosa non dovrà mai più mancare in futuro a bambini e ragazzi: “La continuità scolastica, innanzitutto, segnalata da quasi 8 su 10. Ma anche la socialità, la possibilità di interazione fra coetanei (69%) e le attività sportive e ludiche (63%). Di estremo interesse anche le altre indicazioni: il 44% dei genitori auspica l’istituzione di spazi dedicati a bambini e adolescenti; attività extrascolastiche, laboratori (36%); operatori di riferimento (educatori, psicologi, ecc.) in caso di necessità (30%)”.
Un approfondimento di ricerca ha focalizzato propensioni e contrarietà dell’opinione pubblica in merito alla somministrazione dei vaccini anti-Covid ai più piccoli. Oggi, “con il 51% di indicazioni, prevalgono i cittadini favorevoli, convinti che estendere la vaccinazione ai bambini fra i 5 e gli 11 anni possa contribuire ad una maggiore sicurezza e al ritorno alla normalità. 4 su 10 si dichiarano contrari. Il dato dei favorevoli si contrae di 6 punti fra i genitori di figli minori e scende al 45%”.