Diocesi: Ragusa, il vescovo La Placa invita le istituzioni nel “ghetto” dei braccianti agricoli

Saranno presentati, venerdì 19 novembre, alle 10.30, nel presidio Caritas di Marina di Acate, i risultati del progetto “Hold” promosso dalle diocesi di Ragusa ed Agrigento in una delle aree dove sono più pesanti le condizioni di vita e di lavoro dei braccianti agricoli. Il vescovo di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa, ha invitato le istituzioni civili, politiche, sanitarie e militari, le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali del territorio all’appuntamento. È la prima volta che si tiene un evento pubblico di questa portata in una zona dove sinora solo la Caritas, con il Progetto Presidio, è intervenuta a sostegno dei lavoratori diventando anche oggetto di minacce e atti intimidatori.
Per i lavoratori e le loro famiglie di questa zona che sorge tra Marina di Acate e Scoglitti si è spesso utilizzato il termine di “invisibili”. Dal 2019 le diocesi di Ragusa e Agrigento hanno rivolto a queste persone una proposta formativa e di doposcuola, sostenuta da Caritas Italiana, denominata “Hold”, un verbo inglese richiama il concetto di custodire, incubare, accompagnare. La Caritas diocesana di Ragusa, in particolare, si è fatta carico di un progetto di accompagnamento per italiani e migranti residenti sul territorio, volto a creare percorsi professionalizzanti che, nel rispetto del diritto allo studio, hanno avuto come obiettivo il contrasto all’insuccesso scolastico e alla dispersione. Sono stati, tra l’altro, organizzati un corso di sala-bar che comprendeva l’avvio di tirocini formativi, in collaborazione con imprese locali, finalizzati all’assunzione, e un percorso di doposcuola con borse di studio per minori a rischio di esclusione sociale.
Lo scorso 12 ottobre, il vescovo ha voluto incontrare a Marina di Acate gli operatori e i volontari della Caritas e di Progetto Presidio e le famiglie dei braccianti. Nel corso della sua visita ha voluto rendersi conto di persona delle condizioni di vita e di lavoro, fermandosi anche in alcune case per ascoltare dalla viva voce dei braccianti le loro difficoltà e aspirazioni. Il vescovo è rimasto “molto colpito” dalle condizioni di vita dei lavoratori ma soprattutto dalla testimonianza dei volontari.

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