La visita di questi giorni a Roma da parte della Segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, era programmata in vista della presidenza di turno italiana del Comitato dei Ministri (17 novembre 2021 – 20 maggio 2022), massimo organo decisionale dell’organizzazione internazionale che ha sede a Strasburgo, fondata nel 1949, che raccoglie 47 Stati membri. Nella fitta agenda della Segretaria generale CdE figuravano incontri con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, il ministro della Cultura Dario Franceschini e il presidente della commissione Affari esteri e comunitari della Camera, Piero Fassino.
Passaggio del testimone. In una nota della Farnesina si legge che “il nostro Paese assumerà il prossimo 17 novembre la Presidenza di turno del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, l’organizzazione intergovernativa che si propone di promuovere democrazia, stato di diritto e diritti umani in Europa e di realizzare una graduale armonizzazione dei relativi standard”. In occasione del passaggio di consegne dall’attuale presidenza semestrale, affidata all’Ungheria, il ministro Di Maio sarà a Strasburgo. “L’ambizioso programma della Presidenza italiana, in linea con le tradizionali tematiche chiave della nostra azione internazionale per la tutela e la promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, si concentrerà su priorità quali i diritti delle donne e dei bambini, le politiche giovanili e la lotta contro la violenza di genere. Inoltre, la Presidenza italiana dedicherà particolare attenzione al rilancio e al rafforzamento dei principi e valori fondanti del Consiglio d’Europa, all’impatto dell’intelligenza artificiale su diritti umani, democrazia e stato di diritto e alla protezione del patrimonio culturale”. Nel corso dell’incontro, il ministro Di Maio (che, da statuto, presiederà il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa) e la Segretaria generale Pejčinović Burić hanno discusso “dei principali dossier che sono al momento al centro dell’attività del Consiglio d’Europa e, in particolare, dell’importanza di dare piena applicazione alle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo”, la cui giurisprudenza dipenda proprio dal CdE.
Organo decisionale. Il Comitato dei Ministri è l’organo decisionale statutario del Consiglio d’Europa. Il suo ruolo e le sue funzioni sono definiti nel Capitolo IV dello Statuto. È composto dai ministri degli Affari esteri degli Stati membri. Il Comitato si riunisce a livello ministeriale una volta all’anno e a livello di Deputati (Rappresentanti permanenti presso il Consiglio d’Europa) settimanalmente.
Storia e protagonisti. L’Italia ha aderito al Consiglio d’Europa il 5 maggio 1949. È un membro fondatore dell’organizzazione. Sorto nel dopoguerra, ancor prima della Comunità europea, il primo obiettivo del CdE è stato ricostruire la pace e la democrazia mettendo attorno allo stesso tavolo i Paesi che fino a pochi anni prima si erano scontrati sui campi di battaglia. Tra i leader fondatori dell’epoca si annoverano Winston Churchill, primo ministro del Regno Unito, Alcide De Gasperi, primo ministro italiano, Konrad Adenauer, cancelliere della Repubblica federale tedesca, Robert Schuman, ministro degli esteri francese, Paul-Henri Spaak, primo ministro belga, Ernest Bevin, segretario di Stato per gli affari esteri del Regno Unito.
Obiettivi e compiti. Il Consiglio d’Europa “promuove la libertà di espressione e dei media, la libertà di riunione, l’uguaglianza e la protezione delle minoranze”. Ha lanciato campagne su questioni quali la protezione dei bambini, il discorso dell’odio su internet, e i diritti dei rom. Il Consiglio d’Europa “aiuta gli Stati membri a combattere la corruzione e il terrorismo e a intraprendere le riforme giudiziarie necessarie”, chiarisce il dito ufficiale CdE. Il suo gruppo di esperti di diritto costituzionale, conosciuto come la Commissione di Venezia, offre consulenza legale ai Paesi di tutto il mondo. Il Consiglio d’Europa “promuove i diritti umani attraverso le convenzioni internazionali, come la Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica e la Convenzione sulla criminalità informatica. Monitora il progresso degli Stati membri in questi ambiti e presenta raccomandazioni attraverso organi di controllo specializzati e indipendenti. Gli Stati membri del Consiglio d’Europa non applicano più la pena di morte: si tratta di un requisito essenziale per far parte del CdE. Questa settimana si è svolto uno degli innumerevoli incontri internazionali che si tengono periodicamente a Strasburgo, promossi dal CdE: il Forum mondiale della democrazia. Il Consiglio organizza inoltre incontri sul dialogo interculturale, la storia e il diritto europei, il dialogo culturale e sociale tra le comunità religiose, nonché momenti di formazione in ambito giuridico ed economico, dei diritti umani, della cooperazione internazionale, delle migrazioni, della tutela dei minori, dello sport. Il CdE monitora le elezioni nei 47 Paesi aderenti.