Padre Philippe Demestèere, il sacerdote di 72 anni che dall’11 ottobre digiunava nella chiesa di San Pietro a Calais, insieme ad Anaïs Vogel e Ludovic Holbein, ha interrotto lo sciopero della fame. In una dichiarazione è lo stesso gesuita a spiegare che “questo sciopero era per me uno strumento tra gli altri per scuotere gli immobilismi, arrestare il meccanismo infernale che sottomette le persone esiliate a trattamenti disumani e degradanti” nelle terre di Calais. Anaïs e Ludovic continueranno a protestare perché ancora non sono cessati gli sgomberi quotidiani e le confische delle tende e degli effetti personali dei migranti che si affollano sulla sponda francese della Manica, nonostante il freddo dell’inverno sia arrivato, nonostante siano “30 anni che persone continuano a stazionare sul litorale del passo di Calais”, scrive il sacerdote. “Io riprendo il lavoro per mettere in funzione un nuovo rifugio invernale per i più vulnerabili”, e da fine novembre anche lui passerà le sue notti là dove dormono i migranti. E sarà là che celebrerà la messa nella notte di Natale, in cui facciamo memoria del fatto che “la Vita viene a visitarci e noi non riconosciamo il suo viso e non l’accogliamo”. Nel suo messaggio il sacerdote invita anche “i responsabili politici a venire a incontrare le persone esiliate e le associazioni che li sostengono per costruire con loro risposte rispettose dei diritti umani”.