Secondo la denuncia delle organizzazioni locali del municipio di Aldama (Messico, Chiapas), pervenuta al Sir, le 10 comunità che compongono il Comune (Xuxch’en, Coco’, Taba, San Pedro Cotzilnam, Yeton, Ch’ivit, Cabecera, Stzelejpotobtik, Juxton e Ch’ayomte’ de Aldama) si trovano in questi giorni sotto un pesante attacco armato da parte di gruppi paramilitari di Santa Marta, municipio di San Pedro Chenalhó. Si tratta di attacchi che proseguono da settimane, ma si sono acutizzati negli ultimi giorni, e vengono portati avanti con spari di armi d’alto calibro. In questo momento, gli abitanti di vari villaggi hanno già lasciato le loro case e si sono rifugiate in montagna: si tratta di 3.000 persone, che si trovano in una situazione di forte emergenza umanitaria. “Avvertiamo tutti i media e i centri per i diritti umani affinché siano consapevoli di ciò che accadrà, temiamo che si ripeta una strage come accadde nel 1997, poiché la sparatoria è molto intensa e questi gruppi armati vedono la possibilità di attraversare il fiume”, l’appello della popolazione, perlopiù indigena. I rappresentanti delle popolazioni indigene rivolgono un appello alla Commissione interamericana per i diritti umani e all’opinione pubblica internazionale, denunciando l’inerzia del Governo, a livello locale, statale e federale, nell’intervenire, e la mancanza di rispetto degli accordi raggiunti dai vari tavoli di dialogo.
“Il Governo ha ignorato la nostra situazione, ci tratta come una sua marionetta”, denunciano le popolazioni locali, invocando la restituzione di 60 ettari di territorio indigeno, così come stabilito. “Come popolazioni indigene continuiamo a resistere al colonialismo e alla minacce, diciamo basta e riteniamo responsabili i tre livelli di governo, se ci dovesse succedere ancora qualcosa”.