“Dall’inizio della crisi abbiamo sentito fortemente la presenza delle nostre organizzazioni partner. Questo è l’esempio di quanto si può fare lavorando in rete”. Così Tetiana Stawnychy, presidente della Caritas Ucraina, durante il webinar della Caritas Internationalis questa mattina. Il conflitto nel Paese dura dal 2014 e si concentra in due regioni: Donetsk e Luhanska.
“In totale – afferma Stawnychy – sono 2,9 milioni le persone in stato di necessità. Crescono le vittime colpite. La crisi che dobbiamo gestire è delle persone sfollate. La nostra solidarietà contraddistingue tutte le organizzazioni Caritas come risposta alla crisi che si protrae da anni. Abbiamo ricevuto infatti l’aiuto della Caritas tedesca e austriaca”. A descrivere la situazione nel Paese è poi Andryi Postnikiv, responsabile dell’ufficio umanitario della Caritas ucraina. “Abbiamo una situazione disastrosa per l’accesso all’acqua potabile e per ora non vediamo soluzioni sostenibili. Nella parte non controllata dal governo molti interventi sono stati vietati, ci sono problemi di sicurezza per il nostro personale e le persone che assistiamo”. “Vi sono – aggiunge – ancora molte conseguenze negative dovute alla presenza delle mine. Ad agosto 2021, il 68% delle vittime per mine era civile. Tutto questo durerà almeno altri due anni. Abbiamo problemi di accesso ai servizi sanitari. Stiamo vivendo una crisi economica ed energetica. Il numero di persone che ha perso il lavoro è aumentato sensibilmente”.