Il 99% dei 2,2 miliardi di bambini del mondo – praticamente tutti – sono esposti ad almeno una minaccia ambientale, tra cui ondate di calore, cicloni, inondazioni, siccità, malattie trasmesse da vettori, inquinamento atmosferico e avvelenamento da piombo. Purtroppo, solo 35 su 103 piani nazionali presentati dai Paesi che hanno firmato l’Accordo di Parigi, circa un terzo, sono sensibili ai bambini, fanno cioè riferimento ai diritti dei bambini o alla giustizia e all’equità intergenerazionale in modo significativo. È la denuncia contenuta in una ricerca pubblica oggi da Unicef intitolata “Making Climate and Environment Policies for & with Children and Young People”. “I Paesi – scrive l’organizzazione in un comunicato diffuso oggi – stanno dicendo le cose giuste sul considerare e includere i bambini, ma i loro piani sul clima rendono le loro promesse vuote. I bambini e i giovani portano energia, leadership e idee, eppure i leader continuano a non prestare attenzione alle loro richieste. La crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini”. Per rispondere alla crisi climatica l’Unicef chiede ai governi di includere i giovani in tutti i negoziati e le decisioni sul clima: “Come conferma l’analisi di oggi, i bambini e i giovani continuano ad essere sotto rappresentati nelle politiche e nelle discussioni sul clima, anche se sono i più importanti interlocutori per le soluzioni sostenibili. Questo limita la loro capacità di influenzare le decisioni che sono critiche per il loro futuro e non li aiuta a guidare il mondo che erediteranno”.