Siria: card. Sandri ad Aleppo, “la città possa tornare ad essere luogo di ospitalità e di vita e non di fuga, soprattutto di giovani”. Ricordo di padre Dall’Oglio

(Foto Congregazione Chiese orientali)

“La città di Aleppo in particolare, che vede al suo interno la presenza di ben 11 comunità cristiane di diverse confessioni e riti, è chiamata a testimoniare la salvezza in Gesù quanto più possibile insieme. Mi rivolgo pertanto ai sei vescovi cattolici, ai loro preti, ai religiosi: intensificate il cammino insieme avviato con il Sinodo cittadino dell’anno scorso, con un ascolto reciproco e costante di tutte le componenti delle vostre comunità, cercate alcune linee comuni. Al centro della vostra città ci sia l’Agnello Immolato, vera luce che illumina le notti e riscalda il giorno: non si sostituisca a Lui nessuna profezia umana o personalità”. Lo ha detto il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, celebrando, il 31 ottobre scorso, la messa vigiliare della solennità di Tutti i Santi nella parrocchia latina di Aleppo, una delle tappe della sua visita in Siria che si chiude domani mentre è iniziata il 25 ottobre. “La vostra amata città, che un secolo fa accolse i rifugiati armeni e di altre minoranze scampati alla persecuzione e alla morte certa – ha affermato il prefetto -, possa tornare ad essere luogo di ospitalità e di vita e non di fuga, soprattutto di giovani. Il nome di Aleppo torni ad essere grande non per le macerie che riempiono ancora le vostre strade e i vostri quartieri, non per le migliaia di figli e figlie andati ovunque nel mondo, ma il volto splendente di una comunità cristiana che nell’annuncio del Vangelo e nel pane spezzato per i poveri fa risuonare il canto della lode accompagnato dall’arpa degli angeli e dei santi in cielo, in un’unica sinfonia espressione della bellezza di Dio”. Il giorno prima, 30 ottobre, il cardinale aveva fatto tappa a Homs, dove nella cattedrale greco-melkita è stata celebrata la Divina Liturgia mentre in quella siro cattolica si è tenuto un incontro con i preti e i religiosi della città. Il card. Sandri nei suoi interventi ha ricordato la distruzione, operata dalla guerra, del tesoro archeologico della zona: “Negli anni recenti sono passate le furie distruttrici di chi fa la guerra: oltre alle pietre o ai monumenti distrutti o depredati per rivenderli ai collezionisti d’arte, anzitutto i cuori e le vite sono state schiacciate ed oppresse”.

Card. Sandri, a Homs, in preghiera sulla tomba del gesuita Frans Van Der Lugt (Foto Congregazione Chiese Orientali)

Ma soprattutto si è soffermato a ricordare i tanti testimoni della fede che hanno perso la vita perché uccisi e rapiti, tra questi il padre gesuita Frans Van Der Lugt, ucciso a Homs sulla cui tomba il prefetto si è recato a pregare. “Con lui onoriamo tutti gli altri, la memoria di padre Paolo Dall’Oglio: dinanzi al mistero della sua sparizione come a quelle dei due metropoliti ortodossi di Aleppo, che ho ricordato insieme al patriarca Youhanna X Yazigi a Damasco, resta l’affidamento ‘Signore sia fatta la tua volontà’ e il silenzio della croce ‘Dio mio, Dio mio, perché mi hai dimenticato’”. Il porporato ha salutato anche la sorella di padre Jacques Mourad, anch’egli rapito dall’Isis e poi rilasciato dopo quasi 5 mesi di sequestro.

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