“Invito tutta l’Italia a ricordare questo anniversario celebrando la tenacia, il coraggio e la forza che le comunità delle regioni colpite dal sisma 2016 dimostrano da ben cinque anni. Trasformando sempre più il dolore in motore di vita, mi auguro che il 30 ottobre sia la festa di un popolo che guarda avanti, fiero e consapevole di essere un valore assoluto per queste terre”. Così inizia il messaggio della Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, suor Maria Rosa Bernardinis, a cinque anni dal terremoto del 30 ottobre 2016. “Non ci siamo arresi né al terremoto né alla pandemia – scrive l’agostiniana – ora è il momento di fermarci per renderci conto di quanto è stata importante la nostra ostinatezza a restare, e vivere con dignità e orgoglio, anche quando la terra trema sotto i piedi. Così, proprio in questo giorno significativo, troveremo nuove energie per continuare ancora. Vedere le proprie case demolite – osserva la Priora riferendosi ai cantieri della ricostruzione – potrebbe sembrare la fine di una vita, ma è anzi un nuovo inizio, più sicuro e sereno. Siamo noi a fare di un posto la nostra casa, perciò è necessario ricaricare lo sguardo di forza e speranza che ci ha portato fin qui ed è essenziale al domani. Quello in cui tutti potranno ricostruire ricordi, incontri e affetti nelle loro nuove case”. La claustrale si rivolge anche al Governo, chiedendo di non rendere vani i molti sforzi fatti dalla popolazione. “Adesso che il Paese intero guarda alla ripartenza, è fondamentale che i territori terremotati non siano lasciati indietro – afferma la religiosa – perciò vanno trattati dall’agenda politica come un’assoluta priorità. Riconosco che diversi cantieri sono partiti e si stanno trovando fondi aggiuntivi, ma chiedo al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, di guidare la squadra di ministri a elaborare strategie e azioni concrete, in grado di fiancheggiare al meglio la tenacia della popolazione e collaborare per dare una svolta in tempi certi. Auguro buon lavoro a lei e a tutti gli organi di governo – ha concluso la Priora, rivolgendosi al premier – perché siate i garanti del futuro di queste persone e queste terre, che aspettano solo di ricevere gli strumenti per riprendere in mano le loro vite in modo decisivo”.