Cile: Vescovi, “orientamenti” per i processi di riparazione per le vittime di abusi. “Esigenza etica e pastorale”

foto cech

Si intitola “Verso cammini di riparazione – orientamenti per le autorità ecclesiastiche” il documento presentato ieri dalla Conferenza episcopale cilena che, concretizzando quanto stabilito nell’assemblea plenaria del 2018, che aveva fatto seguito all’emergere di una grave e diffusa realtà di abusi commessi nell’ambito ecclesiale, offre indicazioni per i processi di riparazione delle vittime. Il documento, di circa 80 pagine, è il risultato, specifica la Cech, di “un processo d’ascolto e discernimento sinodale, approvato nell’ultima assemblea plenaria dei vescovi”. Il testo sottolinea la necessità di stabilire procedure per prevenire e combattere i reati di abuso sessuale e tutto ciò che può tradire la fiducia delle persone. In questo senso, si riconosce, come parte del processo riparatore già in atto, il consolidamento nelle diocesi e negli istituti di vita consacrata, degli uffici destinati a ricevere le denunce e delle organizzazioni che promuovono la formazione di ambienti sani e sicuri. Il documento definisce la riparazione delle vittime di abuso “un’esigenza etica e pastorale”, e pone le basi di tale cammino di riparazione, delineando un insieme di linee guida e di misure concrete volte a consentire alle vittime di vivere “esperienze di guarigione, riparazione, giustizia, carità e misericordia nel contesto ecclesiale”. Tali esperienze possono includere azioni di riparazione relazionali, psicologiche, spirituali, economiche, morali, legali e simboliche, tra le altre.
Si suggerisce che criterio fondamentale per affrontare il processo di riparazione sia il dialogo concreto con le persone implicate, caso per caso. Le misure di riparazione proposte sono organizzate in quattro gruppi: in relazione alla persona colpita; in relazione alla famiglia della vittima; in relazione alla comunità ecclesiale; e in relazione alla cultura istituzionale. Ai fini dell’itinerario proposto, le misure si applicano a quelle vittime o sopravvissute ad abusi sessuali di sacerdoti che sono state colpite nella loro salute fisica o mentale, o in altra situazione che leda i loro diritti fondamentali. Viene stabilita, inoltre, la creazione di tre comitati consultivi che presto faranno parte del Consiglio nazionale di prevenzione e che saranno al servizio delle diocesi o comunità religiose che accompagneranno le vittime nei processi di riparazione. I tre tavoli riguarderanno le vittime, la gestione dei casi, le misure concrete di riparazione.

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