Iraq: Erbil, un museo per manoscritti cristiani scampati alle devastazioni jihadiste

Manoscritti e libri antichi, sia cristiani che islamici, sottratti in anni recenti alla possibile distruzione da parte dei jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) saranno raccolti e custoditi in un museo-centro studi costituito ad hoc per volontà dei vescovi della Chiesa caldea. La decisione di costituire il nuovo centro di conservazione e esposizione è stata presa dagli stessi vescovi caldei, riunitisi sabato 23 ottobre a Erbil, capoluogo della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, sotto la presidenza del patriarca, card. Louis Raphael Sako. Lo riferisce l’agenzia Fides. Il museo sorgerà a Ankawa, distretto di Erbil abitato in maggioranza da cristiani, in un edificio adiacente all’istituto che ospita sacerdoti e seminaristi caldei. L’iniziativa vedrà il coinvolgimento diretto della locale comunità dei Padri domenicani, da sempre impegnati nella conservazione e nello studio di libri e manoscritti antichi, che rappresentano anche una testimonianza preziosa del radicamento delle comunità cristiane autoctone di origine apostolica nelle terre dell’attuale Iraq. Il patrimonio che confluirà nel museo è stato presentato alla riunione dei vescovi caldei da Najib Mikhail Moussa, attuale arcivescovo caldeo di Mosul e membro dei Frati predicatori. Prima di assumere nel 2019 la guida dell’arcidiocesi caldea nella città che era stata occupata per lunghi anni dai jihadisti di Daesh, padre Najib Mikhail ha dedicato gran parte della sua vita alla cura e allo studio di manoscritti e testi antichi appartenenti alle antiche Chiese d’Oriente raccolti dai Padri domenicani anche in qualità di direttore del Centro di digitalizzazione dei manoscritti orientali nella metropoli nord-irachena.

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