Domani l’Unione europea celebrerà il ventesimo anniversario dello strumento di protezione civile dell’Ue. Dalla sua nascita, nel 2001, la protezione civile europea è intervenuta 500 volte per coordinare l’assistenza alle persone colpite da disastri naturali e altre crisi in Europa e nel mondo, compreso il Covid-19. Lo comunica in una nota la Commissione Ue. Durante la pandemia la protezione civile europea ha fornito “milioni di attrezzature e materiale medico”. Negli anni ha anche inviato prodotti di emergenza dopo terremoti e inondazioni. Tra i più grandi interventi della protezione civile, si ricordano le inondazioni in Bosnia-Erzegovina nel 2014, con il dispiegamento di 30 unità e il ciclone tropicale Idai in Mozambico nel 2019, con l’intervento di quattro squadre mediche di emergenza in una sola operazione. La protezione civile Ue è intervenuta anche per gli incendi boschivi nel Mediterraneo nel 2021 attivando l’invio di aerei antincendio, elicotteri, droni e squadre antincendio via terra.
Nel 2020, la protezione civile Ue ha organizzato il rimpatrio di cittadini europei per Covid-19, finanziando più di 400 voli di rimpatrio per riportare a casa più di 100mila europei e i loro familiari da 85 Paesi del mondo. Il 2020 ha rappresentato l’anno con il maggior numero di interventi: 102 operazioni. “Il meccanismo di protezione civile dell’Ue garantisce un’assistenza di emergenza rapida e ben coordinata – ha detto il commissario Ue per la Gestione delle crisi, Janez Lenarcic –. È un esempio concreto della solidarietà dell’Ue in azione”.