Con una Messa solenne celebrata questa mattina a santa Maria degli Angeli, in Assisi, si è aperto il cammino sinodale della Chiesa Ordinariato militare in Italia. “Un dono – ha sottolineato l’arcivescovo castrense mons. Santo Marcianò – che l’inizio del nostro Sinodo avvenga proprio dentro il Convegno dei Cappellani Militari (in corso fino al 22 ottobre) che è proprio il momento annuale in cui la nostra comunione cresce anche con il concreto incontro”. “Lo Spirito Santo è il Protagonista del Sinodo, nelle tre espressioni: comunione, partecipazione, missione” ha affermato l’Ordinario militare. “Il Sinodo, incoraggiando la presenza attiva di tutti, richiede la partecipazione. E la prima cosa che lo Spirito Santo chiede, a noi presbiteri soprattutto, è la capacità, la creatività, la sollecitudine di pastori che radunino il gregge”. Per mons. Marcianò “Occorre trovare vie concrete di coinvolgimento, rendere consapevoli i militari che, senza la partecipazione di tutti, non c’è vero Sinodo”. Anche attraverso il linguaggio, definito “strumento di relazione e straordinario e soprannaturale veicolo di comunione. Il Sinodo sarà l’occasione per rieducare le relazioni. Comunione intesa anche come unità armonica e ordinata tra parti completamente diverse, con funzioni completamente diverse, le quali, proprio nella diversità e per la diversità, possono mettersi a servizio le une delle altre”. “La logica del funzionamento armonico – ha detto il presule – è proprio il servizio; ed è bello radunare cercando di far percepire a ciascuno come la propria unicità irripetibile, nonché lo spirito di servizio che i militari dimostrano, sia un tesoro importante non solo per il Paese ma per la Chiesa. Come corpo, la Chiesa è unità che ha bisogno di ogni parte, anche di quelle invisibili, per funzionare. Ma l’energia vitale che lo muove è lo Spirito”. “La partecipazione e la comunione che il Sinodo sottolinea – ha concluso mons. Marcianò – sono un prezioso e urgente invito a riscoprire il senso di appartenenza ecclesiale. Ma, spesso, lo scarso senso di appartenenza ecclesiale si radica proprio in una scarsa coscienza battesimale. Ecco, allora, che all’inizio del Sinodo ci raggiunge l’invito a riscoprire il tesoro prezioso del nostro Battesimo, a rinnovare una coscienza battesimale troppo spesso data per scontata o, addirittura, tradita”.